Il Sole 24 Ore, 25 aprile 2021
Leonardo compra il 25% di Hensoldt
Leonardo va in Germania. L’ex Finmeccanica ha annunciato di aver stipulato un accordo con il fondo americano Kkr per comprare il 25,1% di Hensoldt, società leader in Germania di elettronica della difesa. Il prezzo è di circa 606 milioni di euro, pari a 23 euro per azione.
Le azioni Hensoldt il 23 aprile hanno chiuso a 15,58 euro (+1,56%), nell’ultimo mese sono aumentate del 24 per cento. Le azioni Leonardo hanno chiuso a 6,934 euro (-0,17%), nell’ultimo mese -6,68 per cento. Specializzata in sensori, Hensoldt è l’ex divisione di elettronica della difesa tedesca di Airbus, venduta nel 2017 a Kkr per 1,1 miliardi di euro.
L’acquisizione fu considerata da alcuni come un’occasione perduta per l’ex Finmeccanica, all’epoca guidata da Mauro Moretti. Hensoldt è stata quotata nel settembre 2020, le azioni collocate a 12 euro. In dicembre il governo tedesco ha deciso di comprare il 25,1% di Hensoldt per 464 milioni, per difendere la società da assalti stranieri. Così, attraverso Kfw (paragonabile alla Cdp), il governo tedesco si è assicurato un’influenza nelle scelte di Hensoldt grazie alla minoranza di blocco. Da notare che, a ogni passaggio, Kkr ha alzato il prezzo di vendita delle azioni. Il fondo detiene ancora il 18% del capitale.
Secondo fonti autorevoli, Leonardo ha presentato l’offerta finale il 9 aprile. C’erano anche altri contendenti, soprattutto la francese Thales. Per battere i francesi Leonardo ha migliorato due volte l’offerta. Il governo ha fatto un lavoro parallelo di diplomazia economica, con i ministri Lorenzo Guerini (Difesa), Giancarlo Giorgetti (Mise) e il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè, a sostegno delle mosse dei vertici di Leonardo, il presidente Luciano Carta e l’a.d. Alessandro Profumo. Leonardo comprerà le azioni dal veicolo lussemburghese Square Lux Holding II Sàrl. Quando la transazione sarà perfezionata, si prevede nel secondo semestre, «Leonardo diventerà il maggior azionista di Hensoldt insieme a Kfw» e nominerà due dei 12 consiglieri di sorveglianza.
Profumo, che ha fatto acquisizioni bancarie in Germania quando guidava Unicredit, ha scelto lo stesso paese per la prima importante acquisizione da quando è a Leonardo, dal maggio 2017. «Siamo entusiasti dell’investimento in Hensoldt come catalizzatore per una collaborazione più stretta che rafforzerà ulteriormente le rispettive posizioni nel mercato dell’elettronica della difesa previsto in crescita», ha commentato. «Quest’investimento riflette anche la visione di lungo periodo riguardo all’importanza di costruire una cooperazione nell’industria europea».
I due gruppi già collaborano su diversi programmi, tra cui l’Eurofighter. Leonardo potrà rafforzare l’elettronica anche in Gran Bretagna e Italia. L’anno scorso Hensoldt ha aumentato dell’8,3% i ricavi consolidati a 1.206,9 milioni, +144% gli ordini a 2.541 milioni, con 5.605 dipendenti (4.100 in Germania, gli altri in Francia, Sudafrica, Gran Bretagna). Il bilancio ha una perdita netta di -64,5 milioni. Leonardo nell’elettronica in Europa ha 4.147 milioni di ricavi e 4.710 milioni di ordini nel 2020.
Leonardo ha detto che «manterrà una solida struttura finanziaria anche attraverso cessioni e la quotazione di Leonardo Drs», già prevista ma ritirata il 24 marzo, così è sfumato un incasso tra i 540 e i 683 milioni. Leonardo è stata assistita da Ubs, Deutsche Bank e Clifford Chance. Secondo indiscrezioni Leonardo in futuro potrebbe salire al 40% di Hensoldt, ma non c’è conferma.
«Accogliamo con favore l’investimento di Leonardo. Potremo contare su un secondo azionista di riferimento di lungo periodo e un potenziale partner strategico importante», ha detto l’a.d di Hensoldt, Thomas Müller. Per il sottosegretario Mulè «l’operazione rilancia la cooperazione italo-tedesca in ambito difesa e sicurezza, esaltando la proiezione internazionale di un’azienda italiana».
È sul tavolo di Profumo e di Guerini anche una proposta di collaborazione di un altro gruppo tedesco, Rheinmetall, interessato al programma di rinnovamento dei carri armati dell’Esercito e disponibile ad aprire a Leonardo e Iveco la partecipazione al futuro carro pesante europeo Mgcs. Un progetto franco-tedesco nel quale l’Italia, secondo i tedeschi, potrebbe aiutare a bilanciare l’esuberanza di Parigi.