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 2021  aprile 25 Domenica calendario

Le sanzioni molto meglio delle armi

Negli anni della Guerra fredda una delle armi preferite era l’ostentazione del proprio arsenale: una esercitazione militare, un esperimento con armi nucleari, la costruzione di un nuovo aereo, la distribuzione alle forze armate di armi chimiche particolarmente letali. Quelle armi esistono ancora, ma l’Unione Sovietica ha smesso di esistere e le grandi potenze sembrano avere finalmente capito che da uno scontro sul terreno, nei cieli o nei mari nessuno uscirebbe vincitore. Le nuove armi sono le sanzioni. Esistono da molto tempo ed erano particolarmente apprezzate da un presidente degli Stati Uniti, Woodrow Wilson, che sognava guerre senza spargimento di sangue. Uno dei primi Paesi a farne l’esperienza fu l’Italia che dal 18 novembre 1935 fu colpita da sanzioni economiche per avere invaso l’Etiopia. Le misure sanzionatorie furono adottate dai membri della Società delle Nazioni, ma parecchi Paesi chiusero un occhio e lasciarono che l’Italia continuasse a ricevere, attraverso il canale di Suez, molto di ciò che le era necessario. 
Da qualche tempo la lista delle cose proibite per Stati, gruppi nazionali, comunità etniche e individui è diventata sempre più fitta e più varia: restrizioni finanziarie e commerciali, limitazioni al movimento delle persone, divieto di acquistare o vendere armi, congelamento di conti correnti, divieto di prestare denaro, un tetto alla quantità e al valore di beni esportati, divieto di visto d’accesso o di transito, richiamo o espulsione di personale diplomatico, sospensione della partecipazione ai vertici internazionali. 
Uno dei casi più interessanti nella storia delle sanzioni è recente e concerne i rapporti fra gli Stati Uniti e la Russia. Durante la campagna elettorale per l’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, alcuni dei suoi sostenitori (fra cui forse i servizi russi) sarebbero entrati nel sistema elettronico di Hillary Clinton per leggere la sua corrispondenza; mentre in un’altra circostanza, più tardi, avrebbero fatto altrettanto con il sistema elettronico di Biden. Eletto alla Casa Bianca, il nuovo presidente democratico ha saldato i conti proclamando l’embargo per istituti e aziende legati ai suoi presunti avversari e potrebbe andare oltre proibendo l’acquisto di obbligazioni russe da istituzioni bancarie e finanziarie americane. Il boicottaggio e il contro-boicottaggio, in questo caso, diventerebbero una guerra finanziaria. Il presidente americano vorrebbe fare la pace e ha annunciato che è pronto per un incontro al vertice con Vladimir Putin in una città europea scelta di comune accordo. Ma non vuole rinunciare nel frattempo a conservare nei rapporti con la Russia una certa freddezza. In altri tempi quando due plenipotenziari si incontravano per negoziare la pace, lasciavano la spada al guardaroba.