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 2021  aprile 25 Domenica calendario

Divisi sulla cittadinanza al Duce

Atto storico da non modificare. No, onorificenza ingombrante emblema del fascismo. In occasione della ricorrenza del 25 Aprile, festa della Liberazione, torna a far discutere il tema delle cittadinanze onorarie conferite a Benito Mussolini ormai quasi un secolo fa. Nei giorni scorsi, revoche sono state per esempio decise o annunciate nei Comuni di Asti, San Cesario sul Panaro (Modena), San Nicola da Crissa (Vibo Valentia), Campi Bisenzio (Firenze), Quart (Aosta), Tricase (Lecce), Torrita di Siena. Scelte che hanno acceso il dibattito nazionale, con Caio Mussolini, pronipote del Duce, a dire: «Revoche ridicole e pretestuose». Ed Emanuele Fiano, deputato dem e figlio di Nedo deportato ad Auschwitz, a spiegare che «nella storia bisogna ricordare le cose egregie, non i criminali». 
Ma è sul territorio che la politica si è spaccata. «A ottobre abbiamo approvato la cittadinanza onoraria a Liliana Segre – ha detto il sindaco di Asti Maurizio Rasero – ora l’abbiamo data al Milite Ignoto. La scelta su Mussolini si rifà a una risoluzione europea contro tutte le forme di totalitarismo. E in Consiglio, dove la delibera verrà esaminata lunedì (domani, ndr), non siamo né xenofobi, né razzisti». Il Consiglio comunale ha votato la revoca all’unanimità a Campi Bisenzio. Lorenzo Ballerini, consigliere della lista Campi a sinistra che ha fatto partire l’iter, ha commentato: «Il miglior modo per iniziare a festeggiare il 25 Aprile». Meno facile parlarne a San Nicola da Crissa, dove anche la piazza centrale è intitolata a una figura del Ventennio, il ministro Luigi Razza. Il sindaco Giuseppe Condello ha reso noto di voler annullare la cittadinanza al Duce dicendo: «Proporrò d’intestarla a un partigiano». A Tricase, invece, la revoca è passata con dieci sì, un astenuto e sei contrari tra cui il sindaco Antonio De Donno, secondo il quale «non aveva senso cancellare, 100 anni dopo, questa scelta». Come lui la pensano in quei Comuni dove la ricorrenza della Liberazione ha riacceso gli animi a favore della non modifica. A Salò (Brescia), località che diede il nome alla Rsi, il sindaco Giampiero Cipani ha ricordato come «ci siano almeno cento città come la nostra e per me l’argomento è chiuso». A Codogno, Comune sempre del Bresciano e simbolo dell’emergenza Covid, il sindaco Francesco Passerini ha spiegato che «l’onorificenza a Mussolini fu un atto storico, come quando Napoleone ha dormito qui e poi andò a fare la guerra». Non si cambia nemmeno a Latina, dove per il primo cittadino Damiano Coletta «la cittadinanza onoraria di Mussolini fa parte di una storia passata che appartiene alla città. Allo stesso tempo abbiamo conferito la medesima onorificenza a Liliana Segre e a Sami Modiano».