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 2021  aprile 25 Domenica calendario

Yemen, arrestata per il piercing

Con il piercing al labbro inferiore, i capelli schiariti e gli occhi color malva non è proprio un esempio di donna tradizionale yemenita. Per lo meno di come la vorrebbero i conservatori islamici nella nazione più povera del Medio Oriente, da sei anni massacrata da una guerra civile che ha fatto centomila morti, e dalle ambizioni regionali di Arabia saudita e Iran. Entesar Al-Hammadi, padre yemenita, madre etiope, vent’anni e il sogno di diventare una modella internazionale, è finita in questa macchina infernale. Per i ribelli sciiti Houthi che dal 2015 governano la capitale Sanaa e tutto il Nord del Paese, Al-Hammadi «ha violato il codice di abbigliamento tradizionale» e per questo dev’essere punita. Due mesi fa è stata arrestata, o meglio prelevata da un gruppo di militanti per strada. «Senza un mandato e senza un’accusa precisa», ha detto il suo avvocato. Da allora, più nulla.
Al-Hammadi era nella centrale Hadda Street assieme a due attrici locali. Dovevano girare una scena per una serie televisiva e il sogno si è infranto di colpo. Si era esposta troppo. Le sue foto su Instagram, senza velo e senza l’abito tradizionale, una intervista in tv dove denunciava la regola del controllo maschile sulle donne e annunciava la sua volontà di «viaggiare all’estero da sola» per cominciare una carriera di indossatrice e influencer: «Voglio avere le mie opportunità, lontano da qui». Ma il clima è cambiato. Dopo sei anni di guerra e di blocco imposto dalla coalizione sunnita guidata da Riad, il movimento Houthi è diventato sempre più oppressivo. Il consenso di cui godeva all’inizio, quando si era opposto al potere del presidente Abd-Rabbu Mansour Hadi e alla discriminazione della componente sciita della popolazione, si è eroso. Gli Houthi cominciano a mostrare il loro volto peggiore. Arresti arbitrari di critici e oppositori, e adesso anche di donne accusate di non rispettare le regole islamiche conservatrici.
L’Associazione delle madri dei sequestrati, vicina ai sauditi, ha denunciato le persecuzioni sempre più frequenti subita da «modelle e attrici», nel colpevole «silenzio delle organizzazioni internazionali». Molte donne finiscono «nelle prigioni segrete» dei militanti e «spariscono per mesi e mesi». Lo Yemen affonda nella carestia di una guerra senza senso, se mai le guerre hanno senso, e che con i sogni di Al-Hammadi ha distrutto quelli di trenta milioni di innocenti.