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 2021  aprile 25 Domenica calendario

Lo psicologo dei corgi della Regina Elisabetta

Nel Regno Unito le persone trattano i cani come fossero dei figli e questo è bellissimo». Parole di Roger Mugford, psicologo veterinario, pioniere dello studio della psicologia animale e della terapia comportamentale, inventore di strumenti e accessori che hanno rivoluzionato l’addestramento dei cani. Mugford, vincitore del prestigioso Premio Matsui, riconoscimento a una carriera quarantennale, è stato scelto per addestrare i corgi di Sua Maestà la Regina Elisabetta II, per una vita ha frequentato le aule di tribunale del Regno Unito per difendere strenuamente i diritti del migliore amico dell’uomo e oggi dirige il centro "Company of Animals", immerso nella meravigliosa contea inglese del Surrey.
Come è entrato in contatto con la Famiglia reale e in che modo le è stato chiesto di lavorare per loro?
«L’occasione si è presentata nel 1984, quando sono stato chiamato per aiutare Sua Maestà la Regina Elisabetta. Mi contattò il chirurgo veterinario che aveva lavorato per la famiglia reale per 20 anni, che quindi conosceva il caso molto bene e mi spiegò tutto. In realtà, non mi disse: "Incontrerai la Regina", ma solo: "Ho un cliente che ha alcuni corgi che si azzuffano tra di loro"».
Cosa può dirci del rapporto tra Sua Maestà e i cani?
«Se non sbaglio, ad oggi la Regina ha avuto un totale di 30 corgi. È una razza con cui ho notevole familiarità, ne ho avuto uno quando ero bambino: il mio primo cane è stato infatti un piccolo corgi chiamato "Rusty". I corgi mi sono sempre piaciuti e nel corso degli anni ho posseduto altri 3 cani di questa razza. Al tempo in cui mi sono recato da Sua Maestà, lei aveva otto corgi e due "dorgi", un nome un po’ curioso usato per indicare un incrocio tra un corgi e un bassotto tedesco. Questi due dorgi le erano stati lasciati dalla sorella, la principessa Margaret, che era scomparsa poco prima. La Regina è sempre stata una grande appassionata di corgi».
Sa quanti ne ha avuti fino ad oggi?
«Credo che abbia ricevuto il suo primo corgi durante o poco dopo la Seconda guerra mondiale; era una femmina di nome Susan, la prima di una lunga serie di corgi posseduti da Sua Maestà nei 30 anni successivi, tutti discendenti dalla stessa Susan. È veramente una storia incredibile di fedeltà a un’unica razza. Molti di noi hanno una passione per una particolare razza canina, che generalmente è quella che si possiede per prima e che poi si tende a tenere per sempre, che sia lo spinone italiano, il setter irlandese o il Jack Russell. E così ha fatto anche Sua Maestà».
È vero che nei suoi incontri a Buckingham Palace la Regina è seguita ovunque dai suoi cani?
«Ci sono moltissimi racconti divertenti che vedono protagonisti i corgi della Regina Elisabetta impegnati a fare marachelle a Buckingham Palace. Ad esempio, è successo che facessero la pipì sul piede di un Presidente degli Stati Uniti. Come è noto, e stiamo parlando degli anni ’50-’60, i corgi di Sua Maestà avevano anche l’abitudine di mordicchiare le caviglie delle guardie reali, sapete quelle che indossano quel buffo copricapo in pelle d’orso e che stanno sempre in piedi fuori da Buckingham Palace. Quando le guardie battono i piedi a terra mentre marciano avanti e indietro, mordicchiare le caviglie è una tentazione irresistibile per un cane come il corgi».
Come si svolge la giornata tipo di un corgi della famiglia reale?
«Ho avuto a che fare con i corgi di Sua Maestà per la prima volta nel 1984, sei anni dopo aver concluso i miei studi, ma sono sicuro che la loro vita è continuata allo stesso modo. La Regina è aiutata da uno staff di 20 persone e due si occupano principalmente della cura dei cani, del loro esercizio fisico, ecc. Sua Maestà è sempre stata in movimento e voleva i cani sempre con sé: in aereo, in treno o in macchina. C’è stato un episodio che risale al 1984, quando Sua Maestà avrebbe guidato una vecchia auto di grandi dimensioni con ben 10 cani a bordo, percorrendo la strada che collega Windsor e Londra (la M4). La Regina indossava un fazzoletto in testa e credo che nessuno abbia riconosciuto chi fosse quell’eccentrica donna che guidava tutta sola un’auto di vecchia data».
Ricorda il suo primo incontro?
«Quando ho incontrato Sua Maestà presso il Castello di Windsor, sono rimasto subito colpito da come i cani fossero ben gestiti: mi hanno accolto, mi hanno "controllato" e ho potuto notare chiaramente l’affetto molto forte nei confronti della Regina. Se aveva bisogno di farli uscire dalla stanza o voleva farli sedere, bastava che Sua Maestà facesse un semplice gesto con la mano, senza usare la voce. È stata davvero molto brava ad addestrare i propri cani; riusciva a controllarli, non si trattava di un gruppo di cani disubbidienti e fuori controllo. Si è inoltre sempre interessata alla loro alimentazione; Sua Maestà è anche una forte sostenitrice dell’omeopatia, in opposizione alla medicina tradizionale, e ad ogni cane vengono infatti somministrate medicine specifiche, oltre che un’alimentazione adeguata in gran parte costituita dagli avanzi dei pasti della famiglia reale, quindi da cibo preparato per le persone. Ho potuto osservare come ogni cane venisse trattato in modo diverso».
Come funzionava il momento del pasto con così tanti cani?
«Intanto a un cane più anziano veniva riservato un pasto diverso da quello destinato a un cane più giovane. Quando i cani erano dieci, venivano disposti a semi-cerchio in un’ampia sala e veniva detto loro di sedersi e aspettare, dopodiché arrivava un maggiordomo con un grande vassoio d’argento con dieci ciotole, una per ogni cane, e ciascuna contenente un pasto leggermente diverso dall’altro. A quel punto, Sua Maestà distribuiva le ciotole a ciascuno dei suoi amici a quattro zampe, che rimanevano fermi ad aspettare finché tutti avessero ricevuto il proprio pasto, senza abbuffarsi o rubarsi il cibo a vicenda. Erano davvero gestiti alla perfezione. Se qualcuno dei vostri lettori riesce a raggiungere un livello di gestione dei propri cani simile a quello di Sua Maestà, voglio assolutamente incontrarlo! Sono rimasto davvero sbalordito. Ovviamente, il momento in cui si dà da mangiare ai cani è spesso un momento di competizione tra questi animali, ma in questo caso non vidi nulla del genere, ogni cane sapeva quale fosse la propria postazione rispetto alla Regina».