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 2021  aprile 24 Sabato calendario

Dagli Usa 4 miliardi per il clima



WASHINGTON Gli obiettivi ci sono. Ora servono piani concreti e, soprattutto, risorse finanziarie. La seconda e ultima giornata del «Leaders on Summit climate» si è concentrata proprio sul cambio di passo necessario, coinvolgendo gli Stati, la ricerca tecnologica, gli investitori finanziari mondiali. Come ha detto Bill Gates, durante il dibattito, «servono fondi, perché la tecnologia attuale non è sufficiente per raggiungere i traguardi che ci siamo dati».
Joe Biden è intervenuto brevemente all’inizio e alla fine della sessione, spiegando il senso di un’iniziativa che ha coinvolto 40 capi di Stato e di governo. Una mossa con un impatto anche politico, visto che è servita a riaprire un minimo di dialogo con la Russia e la Cina. In particolare Biden ha detto di «essere rimasto colpito dalla disponibilità di Vladimir Putin a collaborare con il mondo. È un presupposto incoraggiante».
Il presidente americano vuole ridare centralità mondiale agli Stati Uniti. Ieri la Casa Bianca ha annunciato che Biden farà il suo primo viaggio all’estero il prossimo 11 giugno: andrà prima a Londra e poi a Bruxelles, per incontri con i vertici dell’Unione europea e della Nato. La diplomazia Usa, dunque, riparte dall’Alleanza transatlantica. Ma l’Amministrazione si muove su tutto lo scenario mondiale: le crisi, dalla pandemia al «climate change», impongono nuove strategie. Anche per contrastare il dinamismo del leader cinese Xi Jinping.
Biden ha citato alcuni dei progetti allo studio. Innanzitutto occorre aiutare i Paesi più poveri a convertire le strutture economiche obsolete e quindi più inquinanti. Gli Stati Uniti si impegnano a raddoppiare il contributo da 2 a 4 miliardi di dollari. Biden punta ad aggiungere altri due miliardi di dollari entro il 2024, ma avrà bisogno del via libera del Congresso.
Nello stesso tempo si sta sviluppando una rete di iniziative multilaterali, in diverse aree del mondo e con scopi precisi. Tra le più interessanti c’è il sostegno all’India per consentirle di produrre 450 Gigawatt di energia da fonti rinnovabili entro il 2030. Al momento sono 136 Gw, pari al 38% del fabbisogno.
Grande attenzione anche all’America Latina. Il Dipartimento di Stato ha annunciato maggiore sostegno alla Relac (Renewable Energy for Latin America and Caribbean), guidata da Colombia, Cile e Costarica. Obiettivo: 70% di energia pulita entro il 2030.
E ancora collaborazioni scientifiche e tecnologiche con Canada, Norvegia, Qatar e Arabia Saudita, che insieme forniscono il 40% della produzione mondiale di gas e di petrolio. Il gruppo studierà come abbattere le emissioni di metano e come «catturare» quelle di anidride carbonica.
La lista dei partner comprende anche Svezia, Regno Unito, Australia, Botswana, Perù, oltre, ai 27 Stati dell’Unione europea. Gli ambiti numerosi: auto elettrica, idrogeno, reti di distribuzione, agricoltura, perfino elettrodomestici, con la conversione dei fornelli: dal gas all’alimentazione elettrica.