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 2021  aprile 24 Sabato calendario

I 95 anni di Elisabetta II

Ancora qualche giorno di lutto dopo il sobrio happy birthday senza festa, i 95 anni segnati dalla pandemia e dall’addio al principe Filippo. Ancora qualche giorno, e poi gli abiti total black creati dalla stylist/sarta/senior dresser Angela Kelly (il titolo è «consulente personale e responsabile dell’armadio») andranno in archivio nel monumentale guardaroba dove Elisabetta II non ha mai messo piede. A quel punto sarà già ripartita la macchina delle celebrazioni per il prossimo anniversario, il 70° di regno (giugno 2022). E il colore sarà tornato. Non porta spesso il nero Sua Maestà, anche se tutti lo considerano di suprema eleganza. Lei può. Perché non è soltanto icona dell’ultima vera monarchia ma un simbolo, un’astrazione, un’eroina da romanzo. La sovrana di The Queen, della serie The Crown e di tanta narrativa si sovrappone a quella delle biografie, dei documentari, dei discorsi ufficiali. In comune hanno uno stile che ha attraversato la Storia, il power dressing migliore di sempre.Cosa sappiamo di lei
C’è davvero Elisabetta nel best-seller di Wendy Holden La governante della regina (Piemme) ovvero Marion Crawford detta Crawfie, colpevole di aver rivelato dettagli innocui ma privatissimi? C’è. Le diamo una sbirciatina. C’è davvero Elisabetta nel giallo di S.J. Bennett. Il nodo Windsor (Mondadori)? Incredibile, sì, anche se escludiamo che The Queen possa rubare il lavoro alla polizia (ha il suo). Ma, volendo entrare a corte, Eva Grippa, giornalista di Repubblica e royal watcher che vive in una casa all’inglese idealmente affacciata sui giardini di Buckingham Palace, ci apre una porta segreta. Elisabetta e le altre (DeAgostini) rivela la personalità della regina attraverso 10 donne che hanno lasciato il segno: Marion, la tata infedele, Elizabeth, la Queen Mum, la sorella Margaret, la divorziata Wallis, la figlia Anna, la tormentata Diana, l’irriverente Sarah, duchessa di York, la scandalosa Camilla, la paziente Kate e l’uragano Meghan. Elisabetta «ha una voce calda e una risata fragorosa, gesticola come noi italiani, infila i guanti di gomma per lavare i piatti, governa una famiglia non sempre unita – racconta Grippa, – ed è grandiosa, sempre uguale a se stessa». Le sue spille «parlano». Per l’arrivo di Donald e Melania Trump sceglie l’American Leaf Brooch, gioiello vintage avuto in dono da Barack e Michelle Obama nel 2011 (chiaro, no?). Nel discorso di Natale 2019, la spilla di diamanti e zaffiri ricorda la bandiera dell’Unione Europea. Humour sotterraneo, anti-Brexit.Oltre la moda
«I suoi abiti sono warholiani, nella loro semplicità pop», ha scritto sul New York Times il critico di moda Guy Trebay. Il Mail la definisce Queen Mumsy, «regina sfinge», per i look incrollabili e rassicuranti. Eppure un’evoluzione c’è. Inaugura il regno con le crinoline fastose del couturier di corte Norman Hartnell, ereditato dalla madre, autore del celebre wedding dress (1947) in seta avorio, cristalli e 10 mila perline, e dell’abito dell’incoronazione (1953) con ricami in oro e argento che riprendono i simboli floreali del Regno Unito e del Commonwealth. Dopo Hartnell, è Hardy Amies a occuparsi degli outfit. Disegna un centinaio di vestiti per il royal tour tra il ‘53 e il ‘54: gonne ampie, cinture per sottolineare la vita sottile e conciliare il «classico» con la leggerezza degli Anni 60 e 70. Negli Ottanta, si impegnano sul reale guardaroba John Anderson, Karl Ludwig Rehse e il giovane Stewart Parvin. Sarà lui a rivelare la passione della regina per i colori: giallo canarino (per battesimi e nozze), turchese, rosa petunia, rosso geranio, verde. Li adora, come i cappellini abbinati, nonostante la facciano «sembrare una pecora» (parole sue).Rainbow Queen
Se Sali Hughes, editorialista del Guardian, che ha pubblicato un fantastico Diario a colori della regina Elisabetta (Vallardi) la chiama Rainbow Queen è merito anche di Angela Kelly, 68 anni, che la veste dal 1993. A lei si devono: il completo giallo chiaro per le nozze di William e Kate nel 2011, quello color latte e menta del Diamond Jubilee del 2012, il tailleur in tweed azzurro con Swarovski, immortalato nel front row, accanto ad Anna Wintour alla sfilata di Richard Quinn (foneticamente assonante con Queen) e il crêpe verde (speranza, e omaggio ai medici) indossato per il discorso televisivo dello scorso aprile, in piena emergenza Coronavirus. Lo completa la spilla di turchese, pietra beneaugurante (e calmante). Funziona così: Kelly disegna quattro bozzetti. Quando ha scelto il modello, l’abito viene tagliato e montato su un manichino che ha le misure della regina. Un ventilatore prova la «tenuta» del tessuto. Guai all’effetto Marilyn! Gli orli cadono «a piombo» grazie ai pesi nelle cuciture. Accessori: guanti lunghi 15 centimetri (di Cornelia James Ltd.); borsa Launer, posseduta in 200 versioni; foulard Hermès riservati ai momenti sportivi; cappelli di Regel Morgan, a tesa piccola, per mostrare il viso; ombrelli Fulton trasparenti, manico e bordo abbinato all’abito. Le scarpe hanno un giudizioso tacco cinque, e Angela le «ammorbidisce» perché le stiano comode. Niente è casuale. Neppure il (raro) rossetto. Elisabetta ha dato il nome al Balmoral Lipstick, che mette una volta l’anno per l’apertura del Parlamento dal 1953. Anche questo è stile. Ha ragione Grippa: «Elisabetta è un po’ la “nostra” regina, anche se siamo indiscutibilmente repubblicani». —