La Stampa, 24 aprile 2021
Una nuova commissione parlamentare d’inchiesta
Sono elettrizzato: sta per arrivare una nuova commissione parlamentare d’inchiesta. Ed ero sinceramente preoccupato perché in questa legislatura ancora non ne erano state incardinate. Nella scorsa, per esempio, ci fu la preclara e tumultuosa commissione parlamentare sul sistema bancario. Ricordate? Il governatore di Bankitalia convocato a svelare gli arcani segreti dei caveau, le fosche manovre di Banca Etruria esplorate palmo a palmo, la povera gente turlupinata ma finalmente restituita al diritto della verità. Peccato per il finale: non si arrivò a capo di nulla. Nel frattempo lavorava indefessa una commissione parlamentare sulle intimidazioni agli amministratori locali, di cui ignoravo l’esistenza, e altre sette nuove commissioni parlamentari, fra cui una sulla Moby Prince e una sul ciclo dei rifiuti. Avete idea di quali sconcertanti enigmi abbiano sciolto? No? Neanch’io. Oggi se sei un parlamentare e non istituisci una commissione ti sembra di non aver vissuto. Negli anni (spero i miei conti siano giusti) abbiamo visto settantasette commissioni parlamentari d’inchiesta: sugli errori sanitari, sull’uranio impoverito, sugli incidenti sul lavoro, sull’Acna di Cengio, sul caporalato, sulla filiale di Atlanta della Bnl, sulla condizione giovanile, sulla criminalità in Sardegna, sul dossier Mitrokhin. La mia preferita è la commissione d’inchiesta sull’inquinamento del fiume Sarno. Curiosi di sapere quale potrebbe essere la settantottesima? Sulle trame dei magistrati per indirizzare la vita politica. Tema serissimo e appassionante, e non c’è modo più puntuale di renderlo frivolo e noioso.