ItaliaOggi, 24 aprile 2021
Il Def è scritto con i piedi
Nel Def 2021 a pag. 36 si legge: «Nel complesso del 2020 si è registrata una notevole riduzione dei soggetti in cerca di occupazione… legata alla diminuzione del numero di individui che, non cercando attivamente lavoro e non essendo disposti ad iniziarne uno, sono stati classificati come “disoccupati”».
Invece è esattamente il contrario, la frase corretta avrebbe dovuto essere: «Individui che, non cercando attivamente lavoro e non essendo disposti ad iniziarne uno, NON sono stati classificati come “disoccupati”».
Manca il «NON» che è il discrimine tra un ragionamento corretto ed uno sbagliato.
Difatti, nel periodo successivo si trae, correttamente, la seguente conclusione: «Ciò ha determinato una riduzione del tasso di disoccupazione al 9,3 per cento». Non è una semplice svista è un grave errore concettuale: uno studente di Economia del Lavoro sarebbe bocciato all’esame (con salto d’appello data la gravità dell’errore). Ai funzionari del Mef (chi scrive, chi corregge, chi controlla un documento così rilevante) invece, neanche una tirata di orecchi.