il Fatto Quotidiano, 23 aprile 2021
«Ulisse è il Ponte sullo Stretto. Da oggi lo chiameremo così, perché l’opera è considerata una figlia di…»
Nella lunga e travagliata storia del Ponte sullo Stretto quello di ieri è stato un episodio imperdibile. A Catania si riuniscono i presidenti delle due Regioni interessate: il siciliano (meloniano) Nello Musumeci e il calabrese (salviniano) Nino Spirlì. In mezzo ai due giganti, il costruttore di quest’eterna opera mai compiuta della storia italiana, l’amministratore delegato di WeBuild, Pietro Salini. Nuovo governo, nuovo tentativo: ora che c’è Draghi – si dicono i convenuti – è finalmente arrivato il momento di costruire il benedetto ponte. E per l’occasione si vola altissimo. Il ponte di Messina adesso ha un nome, e che nome: “Ulisse”. Il battesimo lo annuncia Musumeci. Il governatore non si riferisce alle acque abitate da Scilla e Cariddi. È un po’ meno aulico: “Ulisse è il Ponte sullo Stretto. Da oggi lo chiameremo così, perché l’opera è considerata una figlia di….”. Troia, nel senso della città espugnata dal cavallo di legno di Odisseo. È comunque mitologia.
Poi tocca a Spirlì. L’uomo che nel tempo libero combatte orgogliosamente contro “la lobby frocia”, regala il suo prezioso contributo al dibattito: “Il progetto c’è, chiavi in mano. Ma allo Stato italiano piace annacare il pecoro”. Ovvero perdere un sacco di tempo. “Ce lo devono dire che cosa vogliono fare”, insiste Spirlì, con orgoglio e con un pizzico di fastidio: “Non stiamo chiedendo un intervento da poveri. Qui siamo Europa, svegliatevi. L’ingresso per il continente non è il porto di Rotterdam, ma Gioia Tauro”.
Dopo la scivolata su Troia, Musumeci ritrova parole di eleganza e saggezza: “Ulisse è una vertenza che si chiama futuro. Il Mediterraneo è un mare che unisce, dove passano le merci. E dove non passano le merci passano gli eserciti. Draghi ci dica cosa vuole fare”. Spirlì è un po’ discolo ma più conciliante col governo di cui in fondo fa parte la sua Lega: “Ne abbiamo dovuto prendere le distanze, come succede in una famiglia quando non tutti siamo d’accordo”.