la Repubblica, 23 aprile 2021
Fateci leggere la vita di Roth
Allora diciamolo chiaramente senza più reticenze: l’uomo è una bestia! Non se ne salva uno, soprattutto se di successo! Giorno dopo giorno aumenta la folla delle oltraggiate anche trent’anni fa e quindi quella degli erotomani; direttori d’orchestra, produttori, registi, attori famosi, cantanti lirici, direttori di balletto, calciatori, uomini politici compresi presidenti non solo americani, scrittori, direttori di reti televisive e immagino anche di giornali, più altri sporcaccioni, persino dicono un paio di opera, ma non è sicuro: adesso è la volta di un biografo di talento. Di John Cheever, premio Pulitzer per i suoi racconti, defunto, Richard Yates, defunto, autore di Revolutionary road diventato un film, Charles Jackson, autore di Giorni perduti sul suo alcolismo diventato un celebre film, morto suicida, e purtroppo per lui di un altro amatissimo odiatissimo defunto, Philip Roth.Parlo di Blake Bailey, carico di premi e immagino di denaro (in America i libri vendono), che con questa sua ultima opera, appena uscita di 898 pagine, ha risvegliato i dolorosi ricordi di una frotta di ex ragazze che negli anni ’90 subirono, da studentesse, le orribili molestie da uno dei loro professori, appunto questo Bailey, oggi sposato e con una figlia. Le foto attuali, a 57 anni, ci mostrano un uomo di un certo sorridente fascino, il che fa pensare che a 30 non dovesse essere da buttar via. Quindi autentico mostro perché se aspettava un po’, il molestato poteva essere lui, come confessano talvolta luminari anche anziani del cui genio capita che le loro assistenti si innamorino. Evidentemente le ragazze allora umiliate avevano altro da pensare quando erano usciti gli altri libri del molestatore; ma evocare Philip Roth è stato uno schiaffo che le ha tutte risvegliate e fatte precipitare nel crudele passato.Perché il biografo lo ha raccontato senza biasimarlo, così come gli suggerivano le tante interviste e gli eventi e gli scritti: invece doveva ovviamente distruggerlo per la sua vita privata, trattandosi di uno che faceva soffrire le sue innamorate (lui dice insopportabili) e perché maniaco sessuale; per non parlare dei suoi libri da mettere al rogo, per le porcherie che raccontano con massimo gusto. Il problema è che anche le signore del secolo scorso, pur devote ai loro sonnolenti mariti, ogni tanto senza volerlo precipitavano in fantasie tipo Roth, contentissime, e quindi non mancavano un suo solo romanzo. Ma per dire: capitava appunto che anche le ragazze compivano incoscienti gesti di seduzione che potevano mettere in allarme gli uomini presenti, e suscitare in loro incubi terrificanti, che se realizzati, altro che molestia. Ricordo tanto per dire uno (o due) direttori in età di mostre d’arte anche della Biennale, inseguiti da deliziose fanciulle non solo in cerca di un appoggio professionale ma anche davvero innamorate. Perché gli uomini hanno questo di antipatico, che anche un po’ disfatti suscitano passioni e non vorrei ricordare Picasso e tanti altri. E cosa fai in simili circostanze anche se poi lui le nega o non se le ricorda?Dal passato il cambiamento più vistoso in campo di rapporti cosiddetti di genere, quello che poteva sembrare corteggiamento (pratica del tutto scomparsa, anche nei film vedi che due si incontrato si salutano e si tolgono i vestiti, il reggipetto mai, non so perché) adesso è molestia imperdonabile: tanto che, se una povera ragazza ha per legge un anno per denunciare una violenza carnale, almeno in Italia, la molestia può essere denunciata per sempre, con drammatiche conseguenze, come appunto per il Bailey il cui editore senza ascoltare la controparte ha ritirato il libro su Roth, una condanna senza processo, una pena che non prevede ciò cui tende la prigione, il ravvedimento: sei stato scostumato a vent’anni, sarai per forza lo stesso scostumato a 60, quindi. Da signora di un’epoca in cui il femminismo aveva fiducia negli uomini (che se per bene lo sostenevano) mi chiedo come mai oggi gli stessi accettino consenzienti questa condanna generale, e i più volonterosi nell’approvarla sono certamente quelli che, in passato e forse tuttora, molestano allegramente mentre molte attualmente molestate si danno almeno vent’anni di tempo per pensarci su.Ma bisogna seguire questa onda massiccia, vendicativa e triste, per non avere fastidi. E mentre i nuovi romanzetti pullulano di coraggiose signorine in carriera che guai a dir loro grassa e che si ribellano ai fidanzati, c’è chi si rifugia nei grandi romanzi scritti da uomini, in cui lei tradisce e ama moltissimo non amata e finisce suicida, tipo Anna Karenina o Madame Bovary: affrettiamoci perché magari come hanno ristampato Via col vento in modo da non offendere la comunità afroamericana e quindi cambiando la loro storia e le loro vittorie, manderanno al macero Roth e magari Houellebecq e riscriveranno il finale della Karenina che pianta amante e marito e diventa imprenditrice e della Bovary che il veleno lo dà al marito fidanzandosi con la governante.Chissà mai se l’editore italiano – Einaudi – rifiuterà il nuovo moralismo americano che continuiamo a imitare, e pubblicherà come previsto nel 2022 Philip Roth: per fortuna io ce l’ho, l’ho appena iniziato e sono arrivata dove dice che Roth ha davvero brigato per avere una florida vita amorosa. «Un suo lato essenziale rimase quello dell’amato figlio di Herman e Bess, un piacevole, meticoloso, amabile bravo ragazzo capace di condizionare gli altri, e di cui il suo alter ego Zuckerman dice in I fatti, che la probità era tale da fargli sposare due donne disastrosamente inadatte a lui, anche perché loro lo volevano disperatamente». (Mia pessima traduzione).