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 2021  aprile 23 Venerdì calendario

Il governo paga gli stipendi ad Alitalia e Bruxelles s’infuria

Non è piaciuta alla Commissione europea la mossa del governo italiano, che ha stanziato 50 milioni di euro per pagare gli stipendi di aprile dei dipendenti di Alitalia. Una decisione che non è stata notificata a Bruxelles, al contrario di quanto successo con i circa 300 milioni di ristori Covid per la compagnia che hanno sin qui ottenuto il via libera dell’Ue. «Lo abbiamo appreso dalla stampa – ha spiegato ieri Arianna Podestà, portavoce della Commissione – e non abbiamo commenti specifici a riguardo». Secca la replica del ministro Giancarlo Giorgetti: «In base all’articolo 1 della Costituzione, chi lavora deve essere pagato». Un clima che certo non aiuta la già difficile trattativa per far nascere la nuova società “Ita”.Bruxelles spiega che «spetta agli Stati membri valutare se una misura comporta aiuti di Stato che devono essere notificati alla Commissione in base alle norme comunitarie». Fin qui è sempre successo, visto che prima di erogare materialmente gli aiuti alla compagnia aerea per i danni dovuti alla pandemia, l’Italia ha atteso ogni volta il via libera Ue. È successo a settembre con i 199,45 milioni di euro per le perdite dovute al periodo marzo-giugno, è successo a dicembre con i 73,02 milioni riferiti ai mesi tra giugno e ottobre, e infine è successo a marzo quando sono stati autorizzati i 24,7 milioni legati agli ultimi due mesi del 2020.Questi aiuti sono diversi da quelli contemplati dal “temporary framework”, che da un anno a questa parte consente di sostenere con denaro pubblico le aziende in crisi (ma solo quelle che si trovavano in salute prima della pandemia, motivo per cui Alitalia è esclusa). I ristori vengono autorizzati da Bruxelles perché le società beneficiarie sono state colpite da un evento paragonabile a una calamità naturale e quindi, pur avendo i conti dissestati, hanno diritto a un sostegno. Gli aiuti, però, devono essere proporzionati e giustificati, motivo per cui ogni autorizzazione è preceduta da un esame che riguarda per esempio il numero di rotte cancellate. In queste settimane Roma e Bruxelles sono in contatto per quantificare i danni di gennaio, mentre per febbraio non è stata avanzata alcuna richiesta. L’entità degli ultimi aiuti (50 milioni) viene considerata comunque alta per essere riferita ai primi due mesi dell’anno. «Invece di destinare ancora una volta ingenti risorse ad Alitalia, il governo dovrebbe puntare sull’industria, l’unica ad aver reagito ai colpi della crisi e che continua a sostenere il Paese» attacca la Confindustria.La vicenda rischia di aprire un nuovo fronte. O comunque di complicare ulteriormente i negoziati in corso per fare in modo che ci sia discontinuità economica tra Alitalia e Ita. Il governo non intende accogliere tutte le richieste di Bruxelles (che vanno dal dimezzamento degli slot a Linate al divieto di usare il brand per due anni, fino alla separazione dei servizi di handling e di manutenzione) e prepara un piano B. Ma la certificazione della discontinuità economica è fondamentale, altrimenti la compagnia rischierebbe di dovere ripagare i due prestiti-ponte (900 milioni più 400 milioni) nel caso in cui la Commissione li considerasse come aiuti di Stato illegittimi (il verdetto viene continuamente rinviato). Resta poi aperta la questione dei 3 miliardi stanziati dal governo per far nascere Ita: l’operazione dovrà essere fatta a condizioni di mercato, altrimenti Bruxelles non darà il via libera. —