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 2021  aprile 22 Giovedì calendario

Emanuela Fanelli si racconta

Ha recitato con Corrado Guzzanti e Paola Cortellesi, ha fatto radio con Lillo e Greg, l’ha voluta Checco Zalone, l’ha premiata Carlo Verdone e – tra un Valerio Lundini e l’altro – è stata in tv anche con Edoardo Ferrario. «Eppure mi considerano ancora una giovane esordiente, ho 34 anni e mi trattano come se ne avessi 24. Appartengo a una generazione che si è preparata per un mondo che non è mai arrivato». Romana, co-conduttrice di Una pezza di Lundini, il programma di satira in onda ogni martedì alle 23.45 su Rai 2, e nel cast del nuovo film di Paolo Virzì Siccità, Emanuela Fanelli è attrice, comica, monologhista e conduttrice. Ma fino a qualche anno fa era una maestra elementare: «Sembra un film americano di serie C. Faccio teatro da quando ho 16 anni, ma in mezzo sono stata commessa, operatrice di call center, organizzatrice di feste per bambini. E a 21 anni sono diventata maestra di una scuola materna a Roma. Ogni tanto mi esibivo nei locali con un gruppo di amici, facevamo jam session di monologhi e racconti. Una sera mi ha notata un’agente. E da lì ho cominciato a fare provini». 
Dopo aver portato l’anno scorso nel programma di Lundini la parodia del cinema romano con A piedi Scarzi («Alcuni giornalisti credevano fosse vero») quest’anno Fanelli si diverte con la fiction, con l’immaginaria serie tv Simonetta – La truccatrice di Anna Magnani: «Potevo andare sul sicuro e rifare gli sketch della prima stagione. Invece ho preferito rischiare e rinnovare. Ho una certa ansia da prestazione. Le persone sono state così affettuose con il programma che non voglio deluderle». 
Rivelazione televisiva della scorsa stagione, Una pezza di Lundini è tornato con un nuovo studio il Teatro delle Vittorie e una formula inalterata: la musica dei VazzaNikki, le interviste di Lundini, i monologhi di Fanelli. «Non mi piace quando mi dicono che il mio è il ruolo femminile del programma. Se sono là, è perché servivo io. Non voglio sembrare una mitomane, ma quando è morta Franca Valeri hanno detto che se ne andava una delle più grandi autrici femminili. No: lei era grande e basta. A volte queste affermazioni sono sminuenti, come tutti i discorsi sulla presunta comicità al femminile. Non voglio fare il petalo rosa della trasmissione. Voglio dare il massimo e basta». 
Fugacemente apparsa sul palco dell’ultimo Sanremo nella serata cover con lo Stato Sociale («Scesa dal palco, stordita, mi sono accasciata su Fiorello. Non ci conoscevamo nemmeno»), Fanelli non sogna di tornare all’Ariston, «o almeno non è tra le mie priorità, come lo era invece recitare per Paolo Virzì». Siccità, girato in questi giorni a Roma, racconta la storia di un gruppo di personaggi (nel cast anche Monica Bellucci, Valerio Mastandrea, Silvio Orlando) in una città in cui non piove da tre anni: «Ho firmato clausole di segretezza tali che se parlo del film mi portano via i parenti di primo grado. Mi piacciono le storie di Virzì e i suoi personaggi. Posso solo dire che ho avuto l’impressione di dare vita a una persona vera, e che questo film sarà splendido». 
La sua vita, giura, per il momento non è cambiata. «Esco di casa solo per lavorare e l’unica cosa che noto è che ho più follower sui social. Ma non ho folle che si inginocchiano al mio passaggio, al massimo mi riconosce qualche tassista. È vero che mi hanno offerto di scrivere un libro, ma ho detto di no. L’idea che debba scrivere qualcosa perché in questo momento forse la gente se lo compra mi sembra una cosa irrispettosa. Non mi va di guadagnare qualcosa con un con prodotto mediocre, venduto a gente così gentile con me». E per il futuro «arrivano proposte, sono molto felice. Lol? L’ho visto e mi ha fatto molto ridere, ma non so se lo farei. Il format è geniale e i comici fantastici. Ma lo posso fare anche a cena fra amici, senza bisogno della tv».