Il Messaggero, 22 aprile 2021
Biografia di Eleanor Roosevelt
Le menti elevate discutono di idee, le menti normali discutono di eventi, le menti mediocri discutono di persone. Questa affermazione riassume colei che l’ha pronunciata, la first lady americana Eleanor Roosevelt: si coglie tutto l’interesse per i grandi temi, ma anche il fastidio per i pettegolezzi da salotto. Legata al clan Roosevelt da doppia parentela, familiare e matrimoniale, la moglie di Franklin Delano resta una delle primedonne statunitensi che più hanno lasciato il segno. Nata a New York nell’ottobre 1884, Eleanor è la primogenita di Anna Hall ed Elliot Roosevelt, il fratello minore di Theodore, repubblicano e Presidente degli Stati Uniti dal 1901 al 1909. La scomparsa prematura dei genitori costringe la piccola e i due fratelli minori ad andare a vivere dalla nonna materna, che tuttavia si dimostra assai distante, se non ostile. allora lo zio Ted ad ospitare la ragazzina, goffa e insicura, che in seguito viene mandata a studiare in Inghilterra, alla Allenswood School. Lì Eleanor si lega con una insegnante, Marie Souvestre, che la incoraggia a combattere per le grandi cause; dopodiché la porta a fare il giro dell’Europa.
L’AFFERMAZIONE
Più forte, indipendente e consapevole torna a New York nel 1902 per il tradizionale debutto in società. Comincia a frequentare un lontano cugino, Franklin Delano, che sposa il 17 marzo 1905, nonostante l’opposizione della madre di lui. Lo zio Teddy – da cui prende il nome l’orsetto di peluche Teddy bear – la scorta all’altare. La coppia avrà sei figli. In una prima fase, Eleanor si occupa della famiglia nonché di volontariato nella Lega nazionale dei consumatori e nella Junior League. Intanto, nel 1910, Franklin si candida con successo al Senato per i democratici. Il matrimonio conosce dei momenti di crisi, perché Roosevelt ha diverse relazioni, ma non si arriva alla rottura. Eleanor prende tuttavia a condurre un’esistenza autonoma e a interessarsi sempre più dei problemi sociali.
GLI INCARICHI
Nel 1920 sostiene il marito nella lotta per la vicepresidenza, che fallisce. Le cose cambiano nuovamente l’anno dopo, quando Franklin si ammala (probabilmente di poliomielite) e rimane paralizzato agli arti inferiori. Eleanor diventa le gambe e le orecchie del marito, incitandolo ad andare avanti nel cammino che si è scelto. Ora, finalmente, la sua forte personalità può rivelarsi: compie missioni conoscitive in tutta America, lavora nella sezione femminile del partito democratico e, quando Franklin è eletto governatore dello Stato di New York, viene designata responsabile dell’ufficio per le attività femminili del Comitato democratico.
Nel 1932 Roosevelt si candida alla presidenza e la moglie è al suo fianco sino alla vittoria. L’America di cui prende le redini Franklin Delano – rimarrà presidente dal 1933 al 1945 – versa in grave depressione, soprattutto a causa della terribile crisi del ’29 ed è lacerata da conflitti sociali. Roosevelt lancia il celebre New Deal, un piano di riforme economiche e sociali di ispirazione keynesiana, grazie al quale gli Usa supereranno la crisi. Eleanor si dimostra una first lady attivista: adotta posizioni fortemente anti-razziste – interverrà, per esempio, a favore della cantante di colore Marian Andersen, cui era stato impedito di esibirsi alla Constitution Hall – viaggia, tiene una rubrica su un giornale, fa conferenze, parla alla radio, si dedica ai giovani, interviene a favore dei diritti civili. Ancora, si batte per la parità femminile e giunge a sconsigliare alle ragazze di sposarsi troppo presto, perché devono prima raggiungere l’indipendenza professionale e lavorativa. Nuove, tremende difficoltà arrivano con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale: soprattutto dopo Pearl Harbor, Roosevelt riveste un ruolo determinante (con la cosiddetta Grande Alleanza) per giungere alla sconfitta della Germania nazista e del Giappone; ma anche l’impegno della moglie è molto forte.
Dopo la scomparsa del marito, avvenuta nell’aprile 1945, Eleanor continua a godere di grande popolarità, tanto che viene eletta a capo della Commissione per i Diritti umani dell’Onu nel 1946 e scrive insieme ad altri importanti personaggi la bozza della Dichiarazione universale dei diritti umani, approvata nel ’48. Il presidente Harry Truman la definisce First Lady of the world. Nel 1961 John Fitzgerald Kennedy la nomina a capo della Commissione sulla condizione femminile, sempre all’Onu; Eleanor morirà nel novembre dell’anno dopo. Oggi molti ritengono che sarebbe stata un’ottima presidente degli Usa, se i tempi fossero stati maturi. Fra le sue molte battute, una delle più sottili è: Una donna è come una bustina di tè. Non sai quanto è forte finché non la metti nell’acqua bollente.