la Repubblica, 22 aprile 2021
A lezione di piano con Piero Rattalino
«Di tutte le attività “in musica” mi mancava la politica». Ride il pianista- didatta-divulgatore Piero Rattalino: «Ma è necessario agire e pensare, non da soli, a cosa si deve fare per la musica dal vivo dopo la pandemia». Novant’anni appena compiuti, il maestro Rattalino, il “Piero Angela della divulgazione musical- pianistica”, è un vulcano di idee e proposte. E non si risparmia. Su RaiPlay ci sono le prime sei puntate della docuserie Con le note sbagliate (produzione Musicom, regia di Diego Veneziano) realizzate in collaborazione col Festival Pianistico internazionale di Brescia e Bergamo. Il titolo della serie non è suo ma ha senso: «In musica la verità non si raggiunge solo con le note suonate bene e senza dubbi. Occorrono le note sbagliate giuste. In ciò alcuni interpreti storici come Edwin Fischer e Wilhelm Backhaus erano veri e propri fuoriclasse». Sulle note “sbagliate” ma necessarie e sulle emozioni dal vivo («la mia scommessa è che nell’educazione di massa si arrivi a un triumvirato: filosofia come palestra del pensiero, letteratura come palestra del sentimento, musica come palestra dell’emozione»), Rattalino riflette anche attraverso gli articoli raccolti in La testa, il cuore, la pancia. E altri saggi sulla musica(Zecchini editore). È il suo 57esimo libro: «Il mio opus 57, la mia Appassionata», scherza ma non troppo facendo riferimento al numero di catalogo dell’omonima Sonata di Beethoven.Per quarant’anni docente di conservatorio, poi libero battitore, creatore d’uno stile musical-divulgativo inconfondibile, profeta d’una teoria sulla storia dell’interpretazione pianistica, direttore artistico in più teatri, Rattalino crede alla conoscenza della musica per tutti. «La sfida della divulgazione oggi è affiancare con naturalezza la cultura alta e la penetrazione semplice», dice.L’anno scorso ha “spiegato” Beethoven ai lettori di Tv Sorrisi e Canzoni e ha accolto la proposta di insegnare all’Università Popolare di Roma scoprendo che «c’è molto più interesse di quanto si dica, o si creda, per la musica». Le teorie di Antonio Damasio e Umberto Galimberti hanno fatto da sponda alla sua fiducia assoluta nell’educazione all’emozione. Che può sorprenderci in uno streaming, ma ha la sua sede naturale nell’esecuzione dal vivo. Affabulatore con un’«impassibile faccia di duro metallo prezioso» – come lo presentò Antonio Gnoli su Robinson del 29 maggio 2016 – Rattalino infarcisce di storie Con le note sbagliate : facendo scattare l’attenzione di chi poco o nulla sa dei capolavori pianistici di cui nella lezione-documentario poi segue l’esecuzione. L’obiettivo del principe dei divulgatori musicali? «Per sopravvivere la musica dal vivo deve mettersi in discussione: e l’interprete deve riprendersi le sue responsabilità». Qualcuno, «in modo inconscio» come Michail Pletnev, Martha Argerich, Daniil Trifonov già lo fa. Altri, come Federico Colli, Maurizio Baglini e Ilia Kim, sono gli apostoli dell’applicazione in palcoscenico dei principi di Rattalino. Che però, guarda alla rete senza paura, «sono convinto che faccia cultura anche se non aumenta la capacità critica». Quella spetta alle emozioni suscitate agli interpreti che hanno anche il compito di far tornare in sala il pubblico. Regalando emozionanti “storie" nuove al “vecchio” repertorio.