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 2021  aprile 22 Giovedì calendario

Intervista a Pio e Amedeo


Senza vergogna. Solo Pio e Amedeo possono entrare in scena con Achille Lauro, vestiti da sposa e rimanere in tutina color carne; solo loro possono osare un monologo su Greta Thunberg in cui le consigliano di accusare i coetanei, non i potenti. A Francesco Totti «visto che ormai fa le pubblicità», chiedono di aiutare i piccoli imprenditori: e il capitano promuove i ristoratori e i negozianti arrivati da Foggia. Claudio Baglioni è ostaggio del duo. Con Felicissima sera, domani su Canale 5 la seconda puntata (tra gli altri ospiti Aleandro Baldi, Malika Ayane, Francesco Pannofino, Umberto Guidoni), trionfo dell’anti politically correct, i comici pugliesi hanno riscritto il varietà con le “scortesie per gli ospiti”, complici del gioco. Un successo di pubblico (4 milioni di spettatori, 20% di share) e di critica con dibattito sui social. Pio D’Antini è il poliziotto buono, Amedeo Grieco, quello “cattivo”.
Per prima cosa potete spiegare il vostro concetto di vergogna?
Amedeo: «È molto diversa nel privato. Alle prove con un artista, per esempio, la vergogna è tanta. Poi si accendono le luci e non so che succede. Non siamo così».
Pio: «È un po’ come la soglia del dolore, siamo masochisti ma in scena ci trasformiamo. Il senso di vergogna sparisce. Dovremmo andare dallo psicologo».
Vi date un limite?
Amedeo: «Ci abbiamo provato, ma ci piace sempre alzare l’asticella. Il segreto è mettersi in gioco, siamo i primi a buttarci nel fuoco e la vergogna è tanta».
Pio: «Pure noi ci stupiamo di quello che facciamo e di quello che fanno gli ospiti. Abbiamo messo lo smalto a Baglioni, gli abbiamo fatto le unghie come i Maneskin».
Le “scortesie per gli ospiti” funzionano?
Pio: «Totti, ci ha sempre detto: “Io con voi faccio lo show perché siete chiari e corretti”. Per quanto siamo scorretti, siamo noi stessi e ci ha portato bene. La gente vuole vedere questo, perché c’è verità. In tv è tutto fasullo, quello che facciamo ci premia. Le persone intelligenti lo capiscono, sdoganiamo tanti temi, come fanno nei late show in America. In Italia non si è ancora fatto, noi ci stiamo riuscendo».
Vi siete mai autocensurati’
Amedeo: «Certo, quando abbiamo la sensazione di offendere una categoria o gli stessi ospiti. Dopo ogni ospitata migliorano i rapporti. Siamo onesti con tutti».
Pio: «Sì, è successo. Ma con il gioco del poliziotto buono/cattivo, uno che spinge e l’altro che censura, ci buttiamo. Il pubblico l’ha capito».
Qualche ospite vi ha detto di no?
Pio: «Certo. Ma dopo la prima puntata ci ha richiamato. Peccato per lui».
Sui social si sono scatenati perché il Principe De Gregori è venuto da voi.
Amedeo: «Il principe si è abbassato perché c’era il re (nella prima puntata era ospite Emanuele Filiberto, ndr)».
Pio: «De Gregori che sale sul palco dopo i neomelodici è incredibile.
Come andare a una festa dove trovi gente in smoking e in pantaloncini e ciabatte. Ti puoi riconoscere in questo e quell’altro. Una montagna russa di target».
Si può scherzare sulla malattia o
sugli handicap?
Pio: «Bebe Vio è pioniera, è chiaro che ci vuole delicatezza, ma si può e si deve scherzare su tutto. Con l’ironia si abbattono tutte le barriere.
Aleandro Baldi è il primo a ironizzare, canta Passerà ma senza l’accento».
L’Italia è diventata come l’America: non si può toccare questo o quello. Che ne pensate?
Amedeo: «Non ho grande considerazione della società americana. Non vorrei emularla, noi cerchiamo di sbattercene se no si finisce in un circolo vizioso. La pensano in tanti come noi, la libertà conquistata va difesa».
Pio: «A volte tutto questo politically correct mi sembra una mossa commerciale: si alza un Pinco Pallino sui social e si erge a giudice per acchiappare like. Noi dagli americani non dobbiamo imparare niente, abbiamo una grande tradizione comica, pensi a Tognazzi, Troisi, a come Raimondo Vianello metteva alla berlina la moglie Sandra Mondaini. L’unica regola è non essere cattivi e la gratuità».
Cos’è il trash?
Pio: «Sta diventando trash il forte perbenismo. Ognuno deve vivere come meglio crede. Sento in tv discorsi retorici, talmente banali: per me quello è trash».
Amedeo: «È trash quello che si mette in piazza e non equivale al talento, i ritocchi del chirurgo, raccontare la vita di persone di cui non ci frega niente. Il trash è vedere che dietro c’è il nulla, solo fenomeni da baraccone che si prendono il gettone di 500 euro e perdono la dignità».
Parlando di donne, come la mettete col #MeToo?
Amedeo: «Ce ne occuperemo nell’ultima puntata. Si è parlato tanto di catcalling, ma se una donna passa per strada, un complimento si può ancora fare?».
Avete detto che Matteo Salvini è la Barbara D’Urso della politica: a chi paragonereste Enrico Letta?
Pio: «Ad Amadeus, perché non puoi non volergli bene. Fa il suo, è una brava persona. Ma Letta è di destra o di sinistra? Lo chiamano e va, come quando serve il portiere a calcetto».
Amedeo: «Per me è come Antonella Clerici, accogliente e empatico».
Vi definireste qualunquisti?
Amedeo: «A tratti. A volte il qualunquismo fa piacere, ci si riconosce in una carezza in mezzo a tanti scappellotti».
Pio: «Proprio così».