La Stampa, 21 aprile 2021
Il rebus delle primarie di centrosinistra
Fissate al 20 giugno, le primarie del centrosinistra volute da Enrico Letta per avere candidati di coalizione e sulla base di questi trattare con il Movimento 5 stelle, non partono affatto bene. Non tutti gli aspiranti infatti sono disposti a partecipare: caso più clamoroso, a Roma, Calenda, che sta praticamente facendo campagna contro il Pd, rischiando di farlo arrivare terzo, dopo il centrodestra e Raggi nella Capitale, uscendo dal ballottaggio. Tutte o quasi le speranze sono appese a un ripensamento, possibile o no a giorni alterni, dell’ex-segretario, nonché presidente della Regione Lazio, Zingaretti, di fronte al quale anche Calenda farebbe un passo indietro. Ma Zingaretti, irritato dalla “concorsopoli” alla regione, finora nicchia – forse perché teme che gli sviluppi dell’inchiesta possano danneggiarlo – mentre in panchina si scalda i muscoli l’ex-ministro dell’Economia Gualtieri: considerato forte, ma non fortissimo, che troverebbe avversari all’interno della sua stessa coalizione.
Anche a Napoli, l’unica città in cui l’intesa con i pentastellati si annuncia possibile, a condizione di una convergenza del Pd sul nome del presidente della Camera Fico, non è detto che un candidato come Bassolino, ex-sindaco, ex-presidente di regione, partecipi a una selezione che sembra riguardare più il Pd che l’intero centrosinistra. E non è chiaro neppure cosa deciderà di fare l’attuale governatore De Luca, bersaglio di molti strali dei grillini.
Al Nord l’alleanza non fa molta strada a Torino, Milano e Bologna. A Torino per la dura contrapposizione di questi cinque anni tra il gruppo consiliare del Pd e la sindaca Appendino, che non si è ricandidata, e per le difficoltà di trovare un punto d’incontro su una candidatura. A Milano perché Sala ritiene di avere più chanche nel confronto diretto con il centrodestra, che non presentandosi a capo di una coalizione con molti dei suoi ex-avversari grillini. A Bologna un po’ per fatto storico – si era svolto qui il primo meet-up dei “vaffa”, tutti rivolti contro il centrosinistra – e un po’ perché il Pd ha le sue gatte da pelare da quando sulla scena delle primarie s’è affacciata, contro il candidato ufficiale Matteo Lepore, la giovane sindaca di San Lazzaro Isabella Conti, incoraggiata da Renzi. —