la Repubblica, 21 aprile 2021
Set a impatto zero
Il cinema italiano punta alle zero emissioni nette. Ogni anno le 1500 settimane di set causano migliaia di tonnellate di CO2. La consapevolezza è cresciuta negli ultimi anni e in occasione della Giornata della Terra, domani, nasce un progetto dedicato: «Stiamo lanciando ZEN2030. Un protocollo e una società benefit che punta al proprio mantenimento e non al profitto, per arrivare a zero emissioni nette entro il 2030 – racconta Matteo Rovere, regista e produttore di Groenlandia – stanno aderendo alla start up produttori e registi, mentre artisti come Alessandro Gassmann e Stefano Accorsi ci aiuteranno sul fronte divulgativo». Il protocollo si richiama alla Conferenza di Parigi sul clima 2015, l’accordo universale sui cambiamenti climatici che stabiliva un tetto massimo dell’innalzamento delle temperature medie a livello globale di 1,5°. Per far questo i procedimenti industriali devono ridurre al massimo le proprie emissioni e compensare le restanti con una serie di pratiche, ad esempio la riforestazione.
Nel cinema italiano la sensibilità ambientalista è nata da qualche anno. Nel settore esistono i protocolli di EcoMuvi e di Edison e le discipline regionali, dal Trentino al Piemonte alla Sardegna. Creato nel 2014, EcoMuvi è un protocollo elaborato dalla produzione Tempesta di Carlo Cresto-Dina, che ha calato i principi di sostenibilità ambientale nelle realtà di lavoro del settore: il set di Lazzaro Felice di Alice Rohrwacher ha evitato l’emissione di gas a effetto serra pari a 249,89 tonnellate di CO2 grazie al car-pooling, l’utilizzo del treno e l’allaccio alla rete locale per l’impiego di energia elettrica. L’uso di erogatori d’acqua e stoviglie compostabili ha evitato 370 kg di rifiuti in plastica e così via. «Sono stati i precursori, un movimento di sensibilizzazione – dice Rovere – è fondamentale che adesso si espanda e diventi sempre più scientifico e stringente, realizzando in maniera olistica l’impatto zero». L’urgenza è rendere sostenibile tutta la filiera produttiva dell’audiovisivo: «Un esempio concreto è Romulus, con la seconda stagione sarà la prima serie carbon negative, una delle prime in Europa», realizzata da Sky Original, Cattleya e Groenlandia, con la collaborazione dell’inglese Albert, riferimento internazionale anche per la certificazione.
In Europa sono una dozzina i protocolli e film carbon zero: lo è ad esempio il bel 1917 di Sam Mendes mentre la newyorkese Earth Angels ha curato la sostenibilità ambientale per The Amazing Spider- Man, ma senza protocolli. «Negli ultimi due anni abbiamo realizzato film “beta test”, Carosello Carosone, Black Out Love – continua Rovere – e Romulu s sarà la prima serie a certificazione ufficiale. L’obiettivo è di arrivare a dieci produzioni nel 2022, venti nel 2023 e poi tutte a impatto zero». Secondo il produttore, malgrado le pratiche complicate, l’incidenza sul budget delle produzioni è minima e in un paio di anni, «se i fornitori si evolveranno, si arriverà a impatto zero». Certo, il set deve essere in parte re-immaginato, ogni attività viene misurata attraverso un software per ridurre emissione e compensare il resto, magari attraverso la riforestazione. È introdotta una nuova figura professionale per fare i calcoli con tutti gli elementi per ridurre e compensare. Il set diventa quindi un laboratorio per sensibilizzar e chi ci lavora a tutti i livelli, in più il cinema con la sua visibilità può dare il buon esempio ai cittadini e alle imprese, «anche in un momento di crisi così acuto come quello che viviamo bisogna caricarsi sulle spalle questi aspetti per crescere insieme».
A Hollywood le iniziative ambientali sono legate all’impegno delle star – a partire da Leonardo DiCaprio, ambasciatore Onu contro i cambiamenti climatici – che hanno firmato una lettera-appello a Joe Biden sul New York Times per invitarlo a diventare il “presidente del clima” guidando la lotta al riscaldamento della terra. In Europa il Festival di Cannes spinge sull’impatto zero per l’edizione 2021 con misure che vanno dal contributo economico degli accreditati per compensare l’impatto dei viaggi all’uso di auto elettriche, al tappeto rosso dimezzato e riciclabile e zero bottiglie di plastica: «La scommessa è enorme – dicono il presidente Pierre Lescure e il Delegato generale Thierry Frémaux – Stiamo compiendo un passo forte e concreto».