la Repubblica, 20 aprile 2021
Il futuro trasparente del bitcoin
L’architettura del nuovo sistema finanziario globale. No, una bolla pericolosissima, pronta ad esplodere in faccia a milioni di piccoli smanettoni che sognano il Lupo di Wall Street. C’è un tema che spacca il mondo dell’economia, e lo fa da almeno dieci anni, anzi qualcuno in più. Si chiama Bitcoin, il più famoso tra le criptovalute, e continua ad essere controverso almeno quanto l’identità del suo creatore Satoshi Nakamoto, che ogni tanto spunta nelle foto sul web – giubbino grigio da pensionato, occhiali da secchione, cappello da baseball – ma probabilmente non esiste. Il rutilante mondo delle valute digitali ha una vita breve; eppure, ha già conosciuto ascese entusiasmanti e cadute fragorose.
La più drammatica ha una data: il 24 febbraio del 2014. Quella notte Mt. Gox, piattaforma per gli scambi tra le più gettonate, sparisce con i sogni di ricchezza di migliaia di trader e brucia 450 milioni di euro. È l’inizio in grande stile del processo ai pirati delle banche centrali, agli imprendibili 2.0, ai minatori che scommettono forte su qualcosa non c’è. Eppure, quel popolo adesso si gode la sua rivincita. Perché da meno di una settimana nella classifica dei titoli più comprati al Nasdaq sventola il vessillo di Coinbase, la prima società di scambio di beni digitali a quotarsi in Borsa. Ha debuttato a 250 dollari per azione, ha scatenato l’entusiasmo degli investitori, s’è arrampicata fino a quota 400 per poi ripiegare, ma soltanto un po’.
Non abbastanza per evitare che il fondatore e amministratore delegato, il trentottenne Brian Armstrong, si trasformi in un multimiliardario: la sua quota nel gruppo di San Francisco vale infatti 20 miliardi di dollari. Ma a guadagnare, oltre a lui, sono molti investitori, soprattutto quelli che fra i primi hanno scommesso sulla start-up nata dieci anni fa. «Quello che ci auguriamo è di portare maggiore trasparenza nel settore» e di attirare quindi un maggior numero di clienti, ha spiegato Alesia Haas, il chief financial officer di Coinbase. Il comparto delle critpovalute è stato dominato per anni da un’elevata volatilità che ne ha limitato la diffusione. Di recente però gli sbalzi sono rallentati, tanto che la volatilità media del Bitcoin negli ultimi 30 giorni è scesa ai minimi, in un segnale positivo e di maggiore stabilità. L’esordio col botto di Coinbase però non ha spazzato via la reticenza verso il settore delle criptovalute. A darle voce è il presidente della Fed, Jerome Powell, che le definisce un «veicolo di speculazione». Con Powell ci sono le autorità americane e di tutto il mondo.
Ma il settore, che da anni combatte contro le cassandre, intravede una rivoluzione all’orizzonte, chiamata Gary Gensler. Confermato dal Senato alla presidenza della Sec, Gensler ha finora insegnato al MIT corsi sulla tecnologia blockchain e sulle valute digitali, ed è quindi considerato come l’uomo che può fare la differenza e “promuovere” in via definita le cripto nell’olimpo della finanza.