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 2021  aprile 19 Lunedì calendario

Il blocco delle scommesse costa al Fisco 20 milioni al giorno

Il Covid fa saltare il banco. Con 295 giorni di chiusura delle 5mila sale slot, delle 10mila agenzie di scommesse e di almeno 200 sale bingo quello del gioco pubblico è uno dei settori più colpiti dalle restrizioni. Questo mentre non si vede una possibilità di riapertura. La crisi economica ha pesanti ripercussioni anche sui conti pubblici: con le chiusure ormai quasi continuative dal 9 marzo 2020 al prossimo 30 aprile, l’Erario ha perso entrate per oltre 5 miliardi (un dato certificato dal bollettino statistico delle entrate diramato dal Dipartimento delle Finanze), pari al 44,2% in meno rispetto agli 11,3 miliardi incassati dai Monopoli nel 2019. 
A subire il danno maggiore sul giro d’affari – secondo i dati elaborati dall’agenzia di stampa specializzata Agipronews – è stato il segmento degli apparecchi (Slot e Vlt), che registra un crollo del 54% (a 4,7 miliardi) rispetto al 2019. A seguire, le scommesse, con una diminuzione del 36% della spesa, che si assesta a 800 milioni, mentre lotterie e Bingo hanno perso il 25%, fermandosi a 4,4 miliardi. 
Rispetto ad aprile 2019 (nel 2020 si era già in pieno lockdown) si stima che la riduzione della spesa complessiva, nel mese in corso, sarà pari a circa un miliardo di euro, con una conseguente perdita per l’Erario di oltre 600 milioni. D’altro canto sono gli stessi dati del Dipartimento delle Finanze a far suonare il campanello d’allarme sulla tenuta del gettito proveniente dal gioco legale e sulla crescita di quello illegale (si veda l’articolo a fianco); nei primi due mesi il calo per le casse dello Stato è stato di oltre 862 milioni. 
L’emorragia non riguarda solo le entrate. Ogni settimana di chiusura rischia anche di tradursi in un’emergenza economica e sociale avviando verso il fallimento e la disoccupazione migliaia di imprese e di lavoratori attualmente in cassa integrazione. A causa dello stop, circa un terzo dei 150mila addetti complessivi del settore – 50mila sono dipendenti nelle sale giochi, scommesse e bingo – rischia di perdere il posto di lavoro.
Le chiusure e i ristori
A conti fatti le sale e i punti gioco sono stati più di 2 giorni su 3 con le serrande abbassate negli ultimi 13 mesi. Il Comitato tecnico scientifico si è schierato contro la riapertura di sale da gioco, agenzie di scommesse e Bingo. La classificazione del rischio per queste attività, infatti, risulta di livello medio-alto per il Cts, che aveva concesso una boccata d’aria ai gestori solo in estate. Il Dpcm dell’11 giugno 2020 aveva dato l’ok alla riapertura per un totale di circa quattro mesi (a seconda della regione di riferimento) fino a ottobre. Poi, è arrivata la nuova serrata. E i ristori concessi dal Governo non sono bastati. Gli aiuti sono ritenuti al di sotto della possibilità di compensare minimamente le perdite di fatturato, con percentuali ulteriormente abbassate dal prolungamento delle chiusure. A questo punto, spiegano gli operatori, il rapporto tra perdita dei ricavi e risorse arrivate dallo Stato è sceso «ampiamente sotto il 5%», ed è in ulteriore calo nonostante l’approvazione del decreto Sostegni ora all’esame del Senato. Come ha spiegato Massimiliano Pucci, presidente dell’associazione As.tro, «l’ultimo decreto del Governo copre solo il 2-3% delle perdite subite lo scorso anno».
Il calendario dei versamenti
A questo si aggiunge anche l’effetto tasse e in particolare, per il settore delle slot, quello dei versamenti del Prelievo erariale unico. Il prossimo appuntamento con l’Erario è fissato al 30 aprile. Da settimane gli operatori attendono un intervento che modifichi la programmazione delle scadenze previste per il quinto bimestre 2020, l’ultimo di attività, e le posticipi alla seconda metà 2021. «Sono evidenti le ripercussioni di tenuta del settore che vive una situazione drammatica dal punto di vista economico e finanziario», hanno spiegato le principali associazioni di settore in una lettera al Mef e ai Monopoli. La risposta potrebbe arrivare con il nuovo decreto Sostegni a cui sta lavorando il Governo. Le proposte già avanzate al Senato come correttivi al Dl “Sostegni 1” dalla Lega e sostenute dal sottosegretario al Mef, Claudio Durigon, prevedono una ricalendarizzazione con la scadenza del 30 aprile spostata al 29 ottobre, quella del 31 maggio al 30 novembre e quella del 30 giugno al 15 dicembre 2021.