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 2021  aprile 17 Sabato calendario

Lorena Bianchetti si racconta

Prima di leggere questa intervista dovete sapere che la sua realizzazione è stata possibile grazie a Estelle, la figlia di Lorena Bianchetti che, con grande sensibilità (ha 2 anni.), durante la nostra prima telefonata ha dato segni di volersi svegliare (e, dunque, di volere accanto a sé la mamma); durante la seconda (durata solo una manciata di secondi) si è svegliata davvero; e, durante la terza, è stata così brava da lasciarci chiacchierare. Del resto, dovevamo parlare di cose importanti perché il 2021 per Lorena è e resterà un anno da ricordare: festeggia i suoi primi trent’anni di carriera e, per volontà del presidente Sergio Mattarella, è stata da poco nominata Cavaliere della Repubblica: «L’entusiasmo e l’emozione, però, sono sempre quelli del primo giorno, quando sono entrata nei teatri di Piacere Raiuno: le poltrone, le prove, il dietro le quinte, il funzionamento di quella macchina straordinaria che è la televisione. Lo stesso incanto lo provo ancora oggi».
Dunque, trent’anni in scena e non sentirli?
Assolutamente! In tutto questo tempo non ho mai dato niente per scontato e non mi sento affatto arrivata. Anzi, quello che ho fatto finora mi dà lo slancio per andare avanti.
Ha fatto tanta tv, anche un po’ di pubblicità e un pizzico di cinema e di fiction. Eppure nell’immaginario televisivo degli italiani lei è il volto di A Sua immagineche peraltro conduce, con qualche anno di pausa, dal 1999.
La considero una medaglia. A Sua immagine è una trasmissione di servizio che cerca di raccontare la vita per come è davvero, senza censure né morbosità o spettacolarizzazione. E offriamo al pubblico un approfondimento senza pregiudizi, nel quale diamo voce anche a esponenti di altre religioni o non credenti perché siamo convinti che l’altro è sempre un arricchimento: da tutti possiamo imparare qualcosa, ognuno di noi è uno strumento per suonare, con gli altri, una musica meravigliosa.
Fino alla telefonata di papa Francesco in diretta un anno fa esatto...
Quello è stato il vertice assoluto dell’intera mia carriera. Una soddisfazione indescrivibile. Con una profonda commozione al solo ricordo.
Di programmi, però, ne ha fatti tanti.
È stata anche valletta di Corrado a
La Corrida, una delle poche parentesi extra Rai.
La Rai mi ha sempre offerto delle cose belle e, per questo, le sono grata. Quando ero piccola guardavo l’antenna della Rai a Monte Mario e sognavo, un giorno, di lavorarci. Però anche l’anno a Mediaset è stato bello. Diciamo che ciascuno dei programmi che ho fatto è stato un figlio nel senso più bello del termine: vederlo crescere, contribuire a dargli un’identità. E tutti sono stati figli di un grande impegno.
A proposito di figli, due anni fa è arrivata Estelle.
Un regalo del cielo. Mi sono sposata a 41 anni
e tre giorni dopo è morto mio papà. Avere un figlio in quel momento non era proprio nei miei pensieri e non solo per l’età: l’idea che mio padre non potesse conoscerlo era insopportabile. Poi, quando con mio marito abbiamo iniziato a provarci e abbiamo visto che non arrivava, mi sono convinta che le cose dovevano andare così. Non mi sono accanita anche perché avevo comunque una vita piena: il lavoro, le amicizie, i viaggi e un marito di cui sono innamorata. Quando ci avevo quasi rinunciato e stavo scrivendo il mio primo libro, Una guerriera disarmata, ho iniziato a sentirmi un po’ strana. Ho fatto le analisi e ho scoperto di essere incinta.
E la vita si è meravigliosamente complicata…
Se ti organizzi riesci a fare un po’ tutto. E, comunque, io ho promesso a me stessa che, nonostante la passione che ho per il mio lavoro, non gli avrei mai permesso di soffocarmi o farmi perdere il contatto con la realtà. E la realtà è la mia famiglia: mio marito, che sono contenta di avere aspettato perché lui è quello giusto, ed Estelle che ha suggellato il nostro amore.
Può dire di essere una donna felice?
Sì. Poi, certo, la vita ti mette davanti a delle prove che però, quando le superi, acquisti una maturità che prima non avevi. Oggi, ad esempio, io ho un dialogo molto forte con papà anche se la sua scomparsa mi ha dato più responsabilità di quante ne avessi prima.
In questa felicità che peso ha la fede?
Grossissimo. È un dialogo d’amore: con Lui ci parli, gli dici: «Senti…». Se predisponi il cuore, puoi vedere tanti segni della presenza di un amore più grande.
Avevamo iniziato questa chiacchierata parlando della sua onorificenza: Cavaliere della Repubblica.
Voglio dedicarla alla mia famiglia e a tutte le persone con cui divido il mio lavoro e la mia attività di al fianco dell’Unhcr. Quando sono stata chiamata dal Quirinale, ero a cena a casa e c’erano anche mia madre e mio fratello. Li ho visti commossi e felici ed è stata una vera gioia. Anche Estelle rideva con noi… ma non so se ha capito cosa stava succedendo!