Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2021  aprile 17 Sabato calendario

Gassmann è un perfetto tedesco

Non conosco l’attore Alessandro Gassmann, avrò visto sicuramente qualcuno dei suoi film, mi dispiace, non lo ricordo. Colpa mia, ho una grande memoria per i fatti, poca per i nomi, non a causa degli anni, ero così anche alle elementari. Invece ero vicino da ragazzo di suo padre Vittorio, nella prima casa in cui abitai a Roma, giunto esule dalla mia Palermo. Una traversa di Corso Trieste, che allora era considerato quasi periferia.
Lo incontravo per le scale, elegante in un cappotto di cammello, di moda a quei tempi. Ero troppo giovane per aver visto i suoi film, tranne uno di cappa e spada. Ho scoperto il titolo grazie a Google, era Lo sparviero del Nilo. Il figlio Alessandro è sotto accusa perché ha denunciato alla polizia i suoi vicini che avevano organizzato una festa chiassosa, vietata a causa del Covid. Lo hanno paragonato agli agenti della Stasi. Esagerati. Potrebbe essere uno dei miei vicini di casa, a Berlino, nella parte che ai tempi del Muro era a Occidente, non in quella «rossa». Un vicino ideale, non come suo padre.

La prima domanda è: avrei fatto come lui? Non saprei. Dopo tanti anni trascorsi in Germania, ho una doppia anima, sicula e prussiana. Ma una volta scrissi per una rivista culturale tedesca che Palermo è una città mitteleuropea, e il severo comitato di redazione accettò con mia sorpresa l’articolo. Forse, nonostante i pregiudizi, chiamerebbero la polizia anche nella capitale della Trinacria. L’omertà è sospesa durante la pandemia.

Direi che in Alessandro ha prevalso l’eredità morale di suo nonno, l’ingegnere Heinrich Gassmann, di Karlsruhe. Il figlio Vittorio, quando si scelse un nome d’arte, si limitò a togliere una enne. Il nipote l’ha ripresa. I miei vicini berlinesi si occupano di me, nel bene e nel male. Non mi hanno mai denunciato, in nessuna delle case in cui ho vissuto, due ad Amburgo, una a Bonn, due a Berlino, semplicemente perché mi preoccupo di non dare fastidio, e rispettare le regole. Cioè come facevo in Italia, a Torino o a Milano.

Durante il primo lockdown, mentre mi trovavo a Roma, una mia vicina mi ha telefonato per comunicarmi che un nostro comune conoscente era morto per il Covid. Se torno, le dissi, finirò in quarantena. Non si preoccupi, rispose, farò io la spesa per lei e sua moglie. In questi giorni, Christos, il proprietario del negozio di vini, nel palazzo, è uscito in strada per affrontare il ladro che cercava di rubare la targa della mia auto. È più alto di Gassman padre, e lo ha messo in fuga. Ha le chiavi della mia utilitaria a cui bada quando sono in Italia, un paio di volte l’ha salvata dalle multe quando in strada appaiono divieti di sosta provvisori. Va bene, è greco, non teutonico, avrà agito per solidarietà mediterranea. O contagiato dalla Prussia? Io abito al primo piano, e lavoro da casa, sono sempre presente, e sono diventato una succursale di Amazon per tutti i pacchi che arrivano per i vicini. È normale, ma fastidioso mentre si scrive.

Ti aiutano anche quanti non ti conoscono, o ti denunciano. Tutti Spionen della Stasi? Loro sostengono di agire per solidarietà. Di conseguenza ti controllano, a fin di bene. Un giorno ho parcheggiato vicino alla palestra dove andavo prima della pandemia. Un passante si è avvicinato: perché parcheggia qui? Costa un euro all’ora, nella via accanto, nel parcheggio del teatro pagherà 50 centesimi.

Ho dovuto seguire il suo consiglio per non deluderlo, e per non confermare il pregiudizio che noi italiani siamo tutti spreconi. Per questo l’Italia ha una montagna di debiti, battuta solo dalla Grecia dell’amico Christos. Però, sono sicuro, quel gentile passante avrebbe chiamato la polizia se avessi parcheggiato in divieto di sosta. A me non dispiacerebbe avere come vicino Alessandro Gassmann, con due enne, come il nonno.