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 2021  aprile 15 Giovedì calendario

Ritratto di Elisabetta I

«Vi perdono con tutto il cuore, perché spero che porrete fine alle mie sofferenze». Queste parole, pronunciate l’8 febbraio 1587 da Maria Stuarda, sono rivolte al boia che sta per tagliarle la testa. Come è stabilito nella condanna per alto tradimento firmata da Elisabetta I d’Inghilterra, cugina di Maria.
Costei, figlia di Giacomo V Stuart e della francese Maria di Guisa, è diventata regina di Scozia a pochi giorni di vita, ma ha trascorso l’infanzia in Francia, alla corte di Enrico II. stata quindi fatta sposare con il delfino Francesco, salito al trono nel 1559. Bella, colta, altera, Maria si è inimicata la suocera, quella Caterina de’ Medici che più volte ha trattato da mercantessa. La Medici ha sopportato, poi ha presentato il conto: alla morte di Francesco II, la Stuarda è stata rispedita in Scozia. Lì ha inanellato errori, non è riuscita a gestire le rivalità religiose, ha suscitato la diffidenza della cugina Elisabetta, facendo capire a tutti che si considera legittima erede al trono d’Inghilterra. Dopo anni di complotti, Maria è stata imprigionata e ha trascorso un ventennio fra un castello e l’altro, per essere infine giustiziata.
LA MACCHIA
La condanna macchierà, in parte, la reputazione di Elisabetta I. Pur tuttavia, lei per prima ha imparato da piccola quanto possano essere implacabili le leggi del potere e la ragion di Stato. Nata il 7 settembre 1533 da Enrico VIII e da quella Anna Bolena per la quale il re aveva dato inizio allo scisma d’Inghilterra (ma le vere ragioni della rottura con il papa sono politiche ed economiche), ha perso la madre a soli tre anni. Accusata di adulterio, stregoneria, alto tradimento, Anna è stata decapitata. In realtà Enrico si è stancato di lei, che non è stata capace di dargli un figlio. Dal suo primo matrimonio con Caterina d’Aragona, aveva avuto un’altra femmina, Maria, dichiarata illegittima in favore di Elisabetta. Dopo la morte della madre, però, è la piccola Elisabetta a essere dichiarata illegittima. Solo la nascita di Edoardo, che il re ha dalla nuova moglie Jane Seymour, consente alle due principesse di essere riammesse a corte e nella linea di successione.
LA CULTURA
Una perenne insicurezza, una scia di intrighi segna l’infanzia di Elisabetta. La sua educazione, quanto meno, non viene trascurata, anzi la bambina studia le lingue e le materie umaniste, dimostrando una straordinaria intelligenza, una grande propensione allo studio e una meravigliosa memoria. Mentre passano gli anni, assiste ai successivi matrimoni del padre con Anna di Clèves, con Caterina Howard, infine con Catherine Parr. Alla morte di Enrico, sempre più tirannico e imprevedibile, sale al trono il giovane Edoardo (a cui si ispirerà Mark Twain per Il Principe e il povero), che scompare nel 1553.
La situazione si fa più tesa, mentre Maria Tudor diviene regina e sposa Filippo II di Spagna. L’Inghilterra si riempie di patiboli e roghi, poiché la figlia di Caterina d’Aragona – soprannominata Bloody Mary, Maria la Sanguinaria – cerca in ogni modo di ripristinare il cattolicesimo. Ancora una volta, l’esistenza di Elisabetta diviene malsicura: temendo che posa essere preferita dai sudditi, Maria la fa imprigionare un periodo nella Torre di Londra, per poi continuare a tenerla sotto stretta sorveglianza.
La scomparsa di Bloody Mary (nome a cui si ispira un cocktail), il 17 novembre 1558, consente a Elisabetta di salire al trono. La nuova regina si occupa innanzitutto della questione religiosa, promulgando nel 1559 l’Atto di Uniformità e l’Atto di Supremazia (già adottato dal padre, in base al quale l’autorità ecclesiastica viene posta sotto quella monarchica), divenendo Supremo Governatore della Chiesa d’Inghilterra. Impone il protestantesimo nell’isola e riesce con abilità e spregiudicatezza a gestire ribellioni interne e conflitti sul fronte estero (come quelli con la Francia, la Spagna, l’Irlanda). Grazie alla sconfitta dell’Invincibile Armata spagnola, inviata da Filippo II contro l’Inghilterra, Elisabetta si afferma come grande sovrana europea e inizia a rendere l’isola una potenza marittima e mercantile. Per le sue guerre sul mare, utilizza persino corsari come Francis Drake. Favorisce lo sviluppo economico, agricolo, manifatturiero e artigianale; rilancia le arti e soprattutto il teatro – moltissimi sono i grandi scrittori, poeti, artisti del suo tempo, primo fra tutti William Shakespeare – dando inizio alla cosiddetta Era elisabettiana; trasforma Londra in una vera capitale; cerca di evitare eccessi di fanatismo religioso. Pur tuttavia, è capricciosa e tirannica come il padre, per cui verso la fine del regno è oggetto di molte critiche. Nonostante le proposte di matrimonio – fra cui quelle dei figli minori di Caterina de’ Medici – non accetterà mai di prendere marito, tanto che sarà nota come la Regina vergine: in virtù di ciò, la prima colonia inglese in America sarà chiamata Virginia.
LA SUCCESSIONE
Il 24 marzo 1603, ormai alla fine, mormora: «Chiamatemi un prete, ho deciso di morire». La corona, a quel punto, passerà a Giacomo, figlio di quella Maria Stuarda che Elisabetta aveva fatto decapitare e il cui motto era Nella fine è il mio principio.