Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2021  aprile 15 Giovedì calendario

Hollywood chiude tre cinema e la Cina ne apre duemila

Hollywood in lutto per la chiusura annunciata di 300 sale cinematografiche delle catene ArcLight e Pacific Theatres. Tra queste, il mitico Cinerama Dome, costruito nel 1963 e dichiarato monumento storico nel 1998, il preferito del regista americano Quentin Tarantino che l’ha immortalato nel film C’era una volta a… Hollywood, uscito nel 2019. A lui e a un’altra star del cinema, Brad Pitt, sono arrivati appelli online per comprarlo e salvare così una delle sale più emblematiche della capitale mondiale dell’industria cinematografica.
Intanto, se la Mecca del cinema arranca la Cina accelera con 78 mila schermi, quasi il doppio degli Stati Uniti: a gennaio e febbraio scorsi sono state costruite più di 2mila sale nell’Impero di Mezzo mentre al di là dell’Atlantico chiudono, segno che l’epicentro del cinema mondiale si è trasferito da Hollywood a Pechino.
ArcLight e Pacific Theatres gestiscono insieme dei cinema in California: con un comunicato della casa madre, Decurian Corp, hanno fatto sapere che non riapriranno più quelle sale già chiuse ormai da un anno per la pandemia, affermando di aver fatto tutti gli sforzi possibili senza trovare alternative percorribili.
Su Twitter cinefili, attori e cineasti hanno manifestato la propria costernazione: difficile incassare questa notizia. Ancora di più se si pensa che arriva proprio nel momento in cui i cinema di Los Angeles, il più grande mercato cinematografico degli Stati Uniti, stanno cominciando a riaprire seppure con molte limitazioni.
Altri circuiti di proiezioni resistono per ora a prezzo di sforzi colossali: Amc Entertainment, la più grande catena di cinema negli Usa, ha registrato nel 2020 una perdita netta di 4,5 miliardi di dollari (3,7 mld di euro). La maggior parte delle sale è stata chiusa per mesi l’anno scorso. Non soltanto la società si trova ora molto indebitata, ma deve, inoltre, accontentarsi di una finestra ridotta per diffondere i film. Dopo un feroce braccio di ferro con Universal studios, questa estate, Amc ha accettato di proiettare i loro lungometraggi in esclusiva 17 giorni soltanto contro i 90 di prima. Altri studi come Disney e Warner propongono i propri film direttamente sulle proprie piattaforme di video on demand.
Il cinema era già in difficoltà prima della pandemia e si trova ora stretto in una tenaglia che potrà causare altre chiusure per effetto del combinato disposto di tre elementi: l’aumento dei debiti, la riduzione delle super produzioni, locomotive essenziali per far tornare gli spettatori nelle sale, e la limitazione dei posti al cinema per riaprire in sicurezza.