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 2021  aprile 14 Mercoledì calendario

I poster sui muri di Roma sul caos cimiteri

Il colore viola della carta è quello del lutto, i tre metri per due della scritta urlano l’indignazione, la firma «Oberdan» protegge la riservatezza del dolore più grande: «Scusa mamma se non riesco ancora a farti tumulare». Nello spazio affissioni alle spalle dell’ospedale Forlanini, e in molti altri punti di Roma, la voce di uno diventa quella di tanti. I cimiteri capitolini sono nel caos per carenza di spazi, le cremazioni nel camposanto di Prima Porta, il più grande della Capitale, sono sospese a tempo indeterminato, le salme restano in attesa per una settimana e più (capitò a novembre anche a Gigi Proietti) e in certi giorni si è arrivati a contare fino a mille bare ferme in attesa di sistemazione. 
A dichiarare la crisi è stata Ama, la municipalizzata per l’ambiente, in una comunicazione alle agenzie funebri dalla sera alla mattina, con i funerali già programmati: da ieri, «e per tutti i giorni strettamente utili», le cremazioni sono interrotte e verranno privilegiate «tutte le forme di sepoltura alternativa». Per chi volesse procedere comunque, ci sono i forni di Viterbo e Civitavecchia. Non appaia irriguardoso il paragone inevitabile con quanto avviene negli stessi giorni per i rifiuti, con la stessa Ama e il Campidoglio costretti a elemosinare, ancora una volta, a caro prezzo accoglienza negli impianti fuori regione e sfuggire così, anche in questo ambito, alle proprie inadeguatezze strutturali. La causa delle salme accumulate viene individuata nello «straordinario flusso in entrata registrato negli ultimi giorni» ma, assicura Ama: «il progressivo incremento delle risorse amministrative dedicate, consentirà già da questa settimana un aumento significativo delle lavorazioni pratiche anche da remoto». 
Una situazione però non nuova (è di questo inverno il caso della corsa tra pompe funebri per accaparrarsi i pochi posti disponibili) che attira sulla giunta Raggi le accuse di inefficienza: «L’adeguamento dei camposanti capitolini è fermo da anni per mancanza di investimenti e assunzioni» attacca la consigliera Pd, Valeria Baglio. Di «totale lassismo ed eccessiva burocratizzazione» parla Francesco Figliomeni, Fratelli d’Italia. «Quella di Ama è una dichiarazione di resa», dice Svetlana Cerri della lista civica Rtr. 
Proprio la gestione dei servizi cimiteriali è stata al centro di un contenzioso tra Ama (11 camposanti comunali per oltre 250 ettari complessivi) e il Comune suo azionista, per 18 milioni di euro di crediti non riconosciuti all’azienda, tanto che solo nel 2020 è stato approvato il bilancio 2017 con annessi strascichi giudiziari. Su questo punto si era consumata a febbraio 2017 la rottura tra l’assessore all’Ambiente, Pinuccia Montanari, fedelissima di Grillo, e la sindaca Raggi che da allora, fino a pochi mesi fa, ha tenuto per sé la delega. E se l’incremento dei decessi nella Capitale, non solo per Covid, è un dato innegabile (33.838 nel 2020, l’11% in più) non si può dire che sia nuova la tendenza che in dieci anni ha quintuplicato la richiesta di cremazioni. La stessa Montanari, quattro anni fa, invocava «interventi urgenti per adeguare il servizio». 
Ci sono «spazi disponibili in numero adeguato per nuove sepolture; nessun esaurimento posti – sminuisce oggi Ama – già a gennaio è partito un piano operativo teso a liberare fino a 100 ulteriori posti a settimana presso il cimitero Flaminio – Prima Porta e aggiungere progressivamente spazi per 60 mila nuove sepolture. Altre 4.500 sono previste al cimitero Laurentino nel corso di quest’anno». Il viola dei manifesti ingiallirà prima che il dolore di tanti trovi una risposta adeguata?