il Fatto Quotidiano, 14 aprile 2021
Le Agorà di Bettini
Un partito che ricrei quel “canale di scorrimento tra l’alto e il basso” e che ritrovi il “suo popolo”. Questo è il messaggio principale del Manifesto che darà oggi vita alle Agorà di Goffredo Bettini. Un’area che non è una corrente e che vuole parlare di intreccio tra “libertà e uguaglianza”, di diritti, lavoro, Europa. Finora “la sinistra non è stata all’altezza”, le ingiustizie non sono state sanate dopo la fase, ’89-91 in cui la politica italiana è stata sconvolta e bisogna ricostruire un “riformismo” che non sia “brandito come un manganello vuoto”, ma metta “al centro gli esseri umani contro la logica del profitto”.
Alla sinistra si riconosce il “coraggio” del dialogo con il M5S “attraversando” di nuovo quel popolo che in parte le apparteneva. Bettini rivendica il governo Conte-2 e dice che l’ex premier “non è un ferro vecchio”, ma oggi un “alleato e concorrente” così come anche l’area liberale di Carlo Calenda (Renzi non pervenuto). L’identità è per ora un dittico, “socialismo e cristianesimo”. Un’ambizione ampia, i fatti diranno se sarà una cosa seria.