il Fatto Quotidiano, 13 aprile 2021
Ultime sul caso Biot
Walter Biot aveva un “Nos” (nullaosta) massimo per accedere ai documenti militari anche classificati come segretissimi. E la sua situazione economica non era così difficile come raccontato dai suoi familiari. È la tesi della Procura di Roma che indaga sulla vendita a due funzionari dell’ambasciata russa, da parte dell’ufficiale della Marina militare italiana, di una scheda sd contenente 181 file, molti classificati come “Nato secret”. Una collaborazione illecita che avrebbe fruttato al capitano di fregata almeno 5mila euro. Dagli accertamenti disposti dai magistrati romani, Biot guadagnerebbe ben più dei 3.000 euro netti al mese dichiarati inizialmente. Nell’abitazione dell’ufficiale sono stati ritrovati documenti di viaggio intestati a tale E.M., classe 1988, su cui si stanno facendo approfondimenti. In particolare, una carta bancomat ancora funzionante, biglietti aerei per Israele e una tessera sanitaria danneggiata. La difesa di Biot respinge tutte le accuse. L’udienza al Tribunale del Riesame è fissata per il 15 aprile.