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 2021  aprile 13 Martedì calendario

Periscopio

«Non temo più le streghe, né gli spiriti, né i fantasmi, non temo nulla e nessuno eccetto gli uomini» scriveva don Francisco Goya già nel 1784. Mario Cicala, Eterna Spagna. Neri Pozza.Davanti al sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, sulla sua scrivania, c’è tutto, per non scontentare nessuno, dai corni a Maradona passando per la kefiah e il rosario di Madre Teresa, è il caos danzante di Nietzsche che, però, non genera l’inatteso, ma solo una ammuina che copre l’assenza della politica. Marco Demarco. Corsera.
Non sono mai stato un giovane prete «di sinistra». È vero che alcuni lo pensavano, perché ero aperto alle nuove idee e al pensiero critico. In effetti è diffusa la convinzione che questi atteggiamenti possano ritrovarsi solo a sinistra. Camillo Ruini, cardinale (Aldo Cazzullo). Corsera.
Oggidì, Giorgio Napolitano è un monumento nazionale: il nonno. L’unico e solo proclamato presidente emerito, pennacchio che adombra una diarchia col successore Sergio Mattarella, come quella tra papa Ratzinger e Francesco. Un tempo, invece, Napolitano aveva fama di cerchiobottista, attento a non restare col cerino in mano, misurato e ovvio. Giancarlo Perna. LaVerità.
Conosco il dialetto della Bassa veronese, l’italiano, l’inglese, il francese, lo spagnolo, il portoghese. Ho studiato il tedesco, ma non lo pratico. Traduco dal latino. Rino Passigato, 77 anni, già nunzio apostolico. Stefano Lorenzetto. l’Arena.
Il Medioevo l’hanno fatto passare per un periodo oscurantista e oggi, quando un giornale deve fare un titolo scandalizzato sul sesso usa slogan come «Siamo tornati al Medioevo». Senza sapere che in quel periodo l’omosessualità non era un grande scandalo. Alessandro Barbero (Roberta Scorranese). Corsera.
Le banche sono sottoposte a una giurisdizione statale, a regole, a standard, a limiti e criteri prudenziali di azione, Non è così per gli hedge funds. La loro regola è, in realtà, una sola: la regola di non avere regole. È in specie proprio così che gli hedge funds sono diventati l’opposto di quanto indica il loro stesso nome (hedge = copertura antirischio). Giulio Tremonti, La paura e la speranza. Mondadori, 2008.
Verso la fine di marzo del 1964, Popper venne all’Istituto di filosofia di Vienna per tenere un seminario, e von Juhos mi presentò a lui. Avevo letto alcuni scritti di Popper in tedesco, ma ascoltarlo mi impressionò per la sua forza logica. Ricordo che a un certo punto gli sollevarono un’obiezione forte, era quasi un attacco. Lui accolse la contestazione, la perfezionò intellettualmente, per renderla ancora più rigorosa, poi la colpì al cuore, con estrema freddezza e precisione. Mi sconvolse. Dario Antiseri, filosofo (Nicola Mirenzi). Huffington Post.
L’andamento della campagna vaccinale in Europa sta dimostrando, in modo efficace, la differenza tra una federazione di Stati, tipo gli Stati Uniti, e una associazione di Stati malcombinata, qual è l’Unione europea, oggi più a pezzi che mai. Negli Usa, per dettato costituzionale, comanda il presidente di turno: per questo Joe Biden ha deciso di vaccinare a tempo di record i primi cento milioni di americani, facendo incetta di tutti i vaccini disponibili e stanziando un piano di rilancio di 2 mila miliardi di dollari. Il tutto all’insegna del motto «America first», vituperato quando a dirlo era il repubblicano Donald Trump, mentre ora è considerato un segno di patriottismo e di saggezza politica poiché a praticarlo, senza dirlo, è un presidente democratico. Tino Oldani. ItaliaOggi.
La conferenza stampa di mercoledì 7 aprile, tenuta da Giovanni Rezza, direttore generale della prevenzione presso il Ministero della salute, Nicola Magrini, direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco, e Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e dal 17 marzo 2021 coordinatore del Comitato tecnico scientifico, ha non solo confermato le difficoltà comunicazionali dei tre e del «sistema Salute», ministro compreso, ma ha diffuso ulteriori incertezze e insicurezze su un tema che è vitale per vincere la pandemia ora e nei prossimi anni. Domenico Cacopardo. ItaliaOggi.
Il presidente Biden ha promesso un cambiamento della politica immigratoria degli Stati Uniti, ma per adesso non se ne vede nemmeno l’ombra. La linea sull’immigrazione non è cambiata di una virgola. Anzi, è pure peggiorata, tramutandosi da un francamente onesto «in Usa non si entra» trumpiano a uno «statevene nel vostro paese perché non possiamo garantirvi un trattamento umano» dal suono vagamente mafioso. Insomma, parafrasando il Gattopardo, tutto cambia perché nulla cambi nell’America dove il razzismo va bene se politicamente corretto. Con buona pace dei diritti dei migranti. Andrea Molle. ItaliaOggi.
Io non contribuii, malgrado gli ordini della mia scuderia, a mandare Pertini al Quirinale. Lo giudicavo troppo vecchio e collerico. Alla vigilia del voto, rivolgendomi ad alcuni colleghi di partito nel Transatlantico (il grande corridoio che si vede dietro i telecronisti) dissi: «Non possiamo eleggere un presidente che al primo presentat’arm dei corazzieri perde la dentiera con attaccata la pipa». Un giornalista, Guido Quaranta (famoso per le cronache e i libri sul Parlamento) approfittando della sua ridotta statura si era insinuato, anche quella volta non visto, in mezzo a noi. E pubblicò la mia battuta. Guglielmo Zucconi, La scommessa. Rizzoli, 1993.
Due ragazzi si baciano sulle poltroncine del calcinculo, mentre tutto attorno il luna park fa festa. E, scandalo!, senza mascherina. Un dettaglio voluto, perché il luna park è quello di Coney Island, New York, che sta riaprendo, e il disegno simboleggia il ritorno alla vita della metropoli e quindi forse del mondo. Un disegno che è la copertina dell’ultimo numero del New Yorker, la rivista che simboleggia il lato intellettuale, ma non snob di New York e che è stata disegnata da Lorenzo Mattotti, 67 anni, uno dei grandi illustratori italiani, ma possiamo dire internazionali. Lorenzo Mattotti, illustratore del New Yorker. Luigi Bolognini. la Repubblica.
Capovolgendo il ciclo biologico delle talpe, don Venanzio (o Gran Notabile Nero) entra in volontario letargo all’inizio dell’estate. Per non soffrire al sorgere dei gioiosi bivacchi o delle danze all’aperto, tappa le finestre e sgrana rosari. In agguato dietro la porta del tempio, scaccia le malcapitate forestiere che tentato di entrare in pantaloncini e camicette aderenti. Nantas Salvalaggio, Villa Mimosa. Mondadori, 1985.
Il popolo s’illude di fare la storia mentre è il più docile strumento dei demagoghi. Roberto Gervaso.