Corriere della Sera, 11 aprile 2021
Biden e i decreti per cancellare Trump
Donald Trump è stato probabilmente uno dei più conservatori (se non addirittura reazionari) fra i presidenti del partito repubblicano dopo l’arrivo alla Casa Bianca del democratico Franklin D. Roosevelt nel 1933. Considerava sprezzantemente «socialiste» molte delle leggi che erano state adottate per alleviare le condizioni economiche dei ceti sociali più bisognosi. Temeva i migranti e occupò buona parte del suo tempo a promuovere la costruzione di un muro sul Rio Grande che avrebbe dovuto impedire l’arrivo dei messicani negli Stati Uniti. Detestava le persone che sono spesso conosciute con 4 iniziali: Lgbt, in italiano lesbiche, gay, bisessuali, transgender. Rifiutava di tenere conto della pandemia (anche quando i suoi effetti erano evidenti) perché i provvedimenti restrittivi imposti dalle autorità sanitarie avrebbero inevitabilmente nuociuto a commercianti, industriali, alberghieri, ristoratori, gestori di cinema e teatri. Le preoccupazioni erano comprensibili, ma nel caso di Trump erano probabilmente motivate dal timore di perdere una parte consistente del suo corpo elettorale. L’unica industria che non godeva dei suoi favori era quella delle mascherine. Secondo Trump queste utili protezioni contro il contagio avevano l’intollerabile difetto di confermarne l’esistenza. Biden ha deciso di smantellare il castello delle misure adottate da Trump e lo ha fatto secondo una giornalista di Nbc News (Elizabeth Janowski), in dieci giorni. Durante questo breve periodo di tempo il nuovo presidente ha eliminato i provvedimenti che colpivano duramente l’immigrazione, ha ripristinato gli impegni che gli Stati Uniti avevano adottato dopo la firma del Trattato di Parigi sul clima. Ha abolito le norme che facevano dipendere alcune assunzioni dal sesso e dall’orientamento sessuale. Ha interrotto i lavori per la costruzione di un muro lungo il confine meridionale e ha abolito le norme che impedivano l’ingresso negli Usa di persone provenienti da Paesi prevalentemente musulmani. Ha abolito il decreto che favoriva l’uso di prigioni private e ha restaurato le leggi della presidenza Obama per varie forme di assistenza sanitaria. Ha esteso le norme destinate a favorire e assistere la medicina riproduttiva: un modo elegante per incoraggiare gli americani a essere più prolifici. E più recentemente sembra essere desideroso di riaprire relazioni con l’Iran per partecipare all’accordo sull’uranio che Trump aveva stracciato. Tutte queste norme non sono state introdotte con leggi approvate dal Parlamento. Come in molte circostanze, sono emanate con un ordine esecutivo, una sorta di decreto imperiale che il presidente può usare quando lo ritiene opportuno senza chiedere il parere del Congresso e che dimostra quanto il Paese possa essere, all’occorrenza, una dittatura democratica.