Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2021  aprile 11 Domenica calendario

I film con le mascherine

Salvezza e insieme condanna dell’era Covid, accessorio indispensabile già vampirizzato da mode, marchi e stili, simbolo inequivocabile di un periodo che tutti ci auguriamo finisca al più presto. L’oggetto mascherina non poteva sfuggire all’attenzione del cinema che, da sempre, fiuta l’aria del tempo e la filtra in forma di storie che parlano di noi. Da uno dei periodi più difficili per la cinematografia mondiale nasce un filone di racconti con protagonisti che indossano quel fondamentale pezzo di stoffa, che si dibattono nelle tensioni del lockdown, che occupano il tempo in cattività litigando oppure facendo l’amore, che attraversano città improvvisamente deserte e frequentano case improvvisamente affollate. Nella prima sequenza di «Bad luck banging or loony porn», il film del rumeno Radu Jude che ha vinto l’Orso d’oro all’ultima Berlinale (online), un marito e una moglie fanno sesso riprendendosi con il telefonino, una pausa di sensualità casalinga ad alto tasso erotico che, per errore, finirà sul web travolgendo l’esistenza della coppia.
Girato a Bucarest, alla fine del primo lockdown, il film (dal 16 sulla piattaforma «Miocinema», con Lucky Red) propone una riflessione molto contemporanea sui limiti che separano comportamenti privati e ruolo pubblico, sulla falsa morale, sui pericoli del web, sul significato della pornografia. Argomenti talmente attuali da richiedere, secondo il regista, un’ambientazione il più possibile realistica: «Il film parla di oggi, le mascherine sono diventate parte della nostra vita, volevo catturare questo momento e anche cercare di cogliere l’aspetto antropologico del fenomeno, che cosa significa e come ci ha cambiati l’essere costretti a indossarle. Agli attori ho detto, per scherzo, che con la mascherina avrebbero recitato meglio, non tutti l’hanno presa bene». In più, aggiunge Radu Jude, ha pesato la volontà di rendere il più possibile omogeneo il clima delle riprese: «Abbiamo girato attenendoci scrupolosamente a una lunga serie di norme e, alla fine della lavorazione, mi sono sentito sollevato perché nessuno si è infettato».
Nella vicenda, dal momento in cui scopre che il filmino è online a quello in cui deve affrontare il processo imposto dai suoi colleghi insegnanti, la protagonista (Katia Pascariu) indossa una chirurgica che rende tutto più gravoso, e, a tratti, grottesco: «Non riesco a immaginare - ha osservato Pascariu - una versione del film fuori dal contesto della pandemia».
La coesistenza in bilico di coppie sottoposte allo stress del virus è materia ideale per la narrazione cinematografica. Al centro del nuovo film di Ivan Cotroneo 14 giorni - Una storia d’amore, tratto dall’omonimo libro scritto dal regista con Monica Rametta, ci sono Marta (Carlotta Natoli) e Lorenzo (Thomas Trabacchi) costretti a restare chiusi in casa per due settimane (Marta ha avuto un contatto con un positivo) proprio mentre stavano per lasciarsi: «Quattordici giorni - spiega l’autore - è il racconto, in 14 giorni e 14 scene di una storia d’amore nata, perduta e forse riscoperta troppo tardi, durante la convivenza forzata. Un storia di relazioni, intimità, e passione, di nuove scoperte e antichi rancori, fra risate e commozione, mentre i due protagonisti, imparano a (ri)conoscersi in un tempo straordinario dove tutto può essere messo in discussione».
Stessa parentesi imprevista nella trama di Locked Down (dal 16 sulle principali piattaforme), diretto da Doug Liman con Anne Hathaway (Linda) e Chiwetel Ejiofor (Paxton) obbligati a convivere sull’orlo della separazione. Diversi e litigiosi in tutto, Linda e Paxton si riveleranno capaci di mettere a punto, nella gabbia dell’isolamento domestico, il piano per una rapina di gioielli. Scritto, girato e distribuito nel bel mezzo dell’epidemia, Locked Down è una commedia romantica con una svolta inattesa: «Sento di aver bisogno di un po’ di leggerezza - ha dichiarato Hathaway -, nel film descriviamo una situazione assurda, ma mi auguro che nessuno possa prenderla come una mancanza di rispetto per le perdite che tante persone hanno subito e per il dolore che tutti abbiamo provato».
Il confine del buongusto non va mai superato. Forse per questo Songbird di Adam Mason (in Usa on demand), ambientato nel 2024, in una Los Angeles spettrale dove il Covid, arrivato alla mutazione numero 23, è ormai imperante e dove l’unico immune lotta per salvare l’innamorata, è stato stroncato dalla critica e fortemente attaccato per aver affrontato, in una chiave così cupa, l’incubo, purtroppo reale, dei nostri giorni.