il Fatto Quotidiano, 11 aprile 2021
Sondaggi: Draghi perde il 6%
Il crollo è evidente: una retta in discesa che non accenna a fermarsi. Dopo il primo mese di luna di miele, la fine di marzo e l’inizio di aprile – quelli delle misure anti-Covid, del nuovo piano vaccinale che non decolla e del condono – hanno portato a una brusca caduta del gradimento degli italiani nei confronti del presidente del Consiglio, Mario Draghi. Basta vedere i risultati dell’ultimo sondaggio di Tecné-Dire realizzato tra l’8 e il 9 aprile: per quanto il premier rimanga il leader politico più amato (una cosa piuttosto normale visto il suo ruolo istituzionale di premier), solo negli ultimi sette giorni ha perso lo 0,7% passando da 56,1% degli italiani che apprezzano il suo operato al 55,4%. A fare impressione, però, è il trend negativo iniziato nella settimana tra il 19 e il 26 marzo. Il 13 febbraio, data del giuramento al Quirinale, il gradimento nei confronti di Draghi era pari al 61%, dato rimasto costante fino al 19 marzo. Da lì in poi, il crollo: già il 26 marzo Draghi aveva perso quasi 3 punti percentuali (da 60,6% a 57,8%), passando per il 56,1% dell’1 aprile (-1,7%) al 55,4% di ieri. In 20 giorni il premier ha lasciato per strada oltre il 5% nell’indice di gradimento.
Un risultato che emerge anche dal sondaggio sul gradimento dei leader politici in Europa e nel mondo svolto dall’istituto americano Morning Consult. Ogni settimana l’istituto svolge una rilevazione in 13 Paesi del mondo con oltre 11mila interviste per capire cosa pensano i cittadini dei propri leader. Secondo Morning Consult, il tasso di gradimento di Draghi nelle ultime due settimane è quello che scende di più rispetto a tutti gli altri leader europei testati. Dal 29 marzo a oggi il premier è passato da un tasso di approvazione del 58% al 52% odierno (-6%) mentre gli insoddisfatti sull’operato del premier sono aumentati dal 35 al 40%. Tra i capi di Stato europei Draghi continua a rimanere il più popolare ma rispetto agli altri – Angela Merkel (Germania), Pedro Sanchez (Spagna), Emmanuel Macron (Francia) e Boris Johnson (Gran Bretagna) – ha assunto l’incarico da solo due mesi e quindi i paragoni in valore assoluto non reggono e vanno fatti relativamente al periodo di tempo in questione: nell’ultimo mese nessuno dei leader europei che ha dovuto gestire la pandemia ha avuto una caduta nel consenso come quella di Draghi. La cancelliera Merkel, che lascerà definitivamente a settembre, da metà marzo è rimasta stabile oscillando tra il 49 e il 50%. Stesso discorso per lo spagnolo Sanchez e il francese Macron che – pur non piacendo alla maggioranza dei propri cittadini – nelle ultime settimane sono rimasti stabili intorno al 33-34%.
Cresce invece, seppur di poco, la fiducia dei britannici nei confronti di Johnson, che sta vincendo la sfida delle vaccinazioni, passando dal 45% di inizio marzo al 48% odierno. Nel mondo, invece, chi ha fatto peggio di Draghi è il presidente brasiliano di estrema destra e negazionista, Jair Bolsonaro, che da inizio marzo ha perso 10 punti dal 48 al 38%. Chi può essere paragonato a Draghi vista la quasi coincidenza dell’insediamento è il presidente americano Joe Biden: dal 21 gennaio a oggi il suo indice di gradimento è stabile intorno al 55%.