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 2021  aprile 11 Domenica calendario

In cerca di maghi stranieri per la panchina

Aridatece er papa straniero. Quello delle panchine, uno che rimetta la chiesa al centro dell’Europa. Ora che Fonseca ha prodotto migliaia di inversioni a U sul LungoTevere si possono segnalare due piccoli indizi: la sola squadra italiana ancora impegnata nelle coppe ha un allenatore venuto da fuori, l’ultima a sollevare un trofeo (l’Inter di Mourinho) pure. Entrambi portoghesi, ma è una coincidenza. Dove sono i grandi allenatori italiani, la generazione di fenomeni da esportazione? Uno (Mancini) in nazionale, un altro (Ancelotti) all’Everton, tre (Allegri, Sarri, Spalletti) al Barlume a giocare a carte e buttarsi sui cellulari a ogni singolo ping di una messaggeria. Resta Conte, che infatti sta per vincere lo scudetto ma in Champions ha sempre preso freddo benché si fosse coperto bene. Delle quattro che hanno dominato l’andata dei quarti nella coppa che conta di più: le due inglesi sono allenate da uno spagnolo (Guardiola) e un tedesco (Tuchel), la francese da un argentino (Pochettino), la spagnola da un francese (Zidane). I miracoli a Liverpool li ha fatti un tedesco (Klopp), a Madrid (sponda Atletico) un argentino (Simeone). Partito Mourinho, qui abbiamo ricevuto tuttalpiù qualche vescovo straniero, riservando accoglienze variabili.
Benitez all’Inter ha scontato il rimpianto, a Napoli l’ha lasciato.Luis Enrique non l’hanno proprio capito. Rudi Garcia è stato prima santificato poi ridicolizzato. Sulla rampa di rilancio il Milan ha preferito rinnegare la suggestione di Rangnick per la concretezza di Pioli, consegnandosi ai limiti del mestiere che arte non è. Due anni fa nel capriccioso divorzio da Allegri la Juventus si negò l’ipotesi Pochettino per via dell’ingaggio e ha finito per pagare 2x1 l’incompatibile Sarri, mandare allo sbaraglio Pirlo e ora farsi tentare dall’inversione a U sul LungoPo. Proprio Pochettino, che ancor papa non è, serve da esempio: il suo Psg perde in casa con il Lille, poi va a sbancare Monaco, sconfiggendo il Bayern sotto la neve e dentro l’epica.
Nella sua scala d’interessi: prima le europee. Fonseca non batte una grande in Italia, poi supera l’Ajax a domicilio. Sono bravissimi De Zerbi e Italiano, ma a qualcuno piacevano Liedholm, Boskov, Eriksson, le loro imprese e le acrobazie linguistiche. E per quelli che guardano al futuro senza ostilità: quanto varranno i maghi di serie A se e quando il vero campionato si giocherà altrove? Con tutto il rispetto, c’è bisogno di un Maestro autentico, un neo-sinfonico. Come tutte le profezie, anche questa la spariglia il vento: “Campioni davvero/se viene un papa nero”.