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 2021  aprile 11 Domenica calendario

I pastori sardi in difesa del grifone

BADDE ORCA (BOSA) — Le grandi ali spiegate e immobili, portato dal vento, il primo grifone plana sull’altura che sovrasta il mare non appena l’auto del pastore si avvicina al carnaio. Ben presto sono in cinque a volare in cerchio sopra il quadrato di terreno delimitato dal recinto elettrificato, in attesa che una carcassa sia lasciata a loro disposizione. Oggi, però, Salvatore Porcu non ha niente per questi avvoltoi. È venuto soltanto a mostrarci con orgoglio l’area che, per primo in Sardegna e in Italia, ha messo a disposizione per il progetto Life di salvaguardia dei grifoni avviato dall’Università di Sassari. Il suo terreno a Badde Orca, tra Montresta e Bosa, sulla costa occidentale della Sardegna, è in un punto perfetto: i grifoni trovano poco lontano da qui nelle gole e nelle falesie a picco sul mare le rocce ideali per fare il nido, e le correnti ascensionali che vi si formano li aiutano come un ascensore a librarsi sprecando meno energia possibile.
«Quando mi muore una pecora o una vacca – spiega Porcu – con l’autorizzazione del veterinario invece di portarla all’inceneritore la metto qui: è un risparmio, perché lo smaltimento costa». Anche senza osservarli all’opera, macchine perfette di smaltimento capaci in dieci di spolpare una carcassa in un’ora, i grifoni in volo sulla foce del fiume Temo sono già uno spettacolo. La Sardegna, come tutta Italia, ha rischiato di perderlo: un tempo i grifoni si trovavano in tutta l’isola, ma negli anni Ottanta ne rimanevano soltanto circa 60, concentrati vicino ad Alghero e Bosa. La loro specie era minacciata dai pastori, che spargevano bocconi per eliminare i possibili predatori delle greggi come volpi, cani inselvatichiti e corvi reali; dai cacciatori, che li uccidevano per imbalsamarli; e dalle regole per lo smaltimento degli animali morti imposte dalla diffusione di malattie come la mucca pazza. «C’era anche una percezione sbagliata – spiega Alfonso Campus, volontario di “Altra Bosa”, che collabora con l’ateneo per il monitoraggio dei nidi – i grifoni ( Gyps fulvus ) non sono animali pericolosi per gli allevamenti, perché non hanno artigli affilati per afferrare e uccidere le prede. Questi avvoltoi non cacciano e in natura sono uno straordinario strumento di smaltimento, poiché nel loro stomaco anche agenti infettivi come quelli del morbo della mucca pazza vengono neutralizzati».
Per salvarli era indispensabile contrastare l’uso dei bocconi avvelenati e fornire loro cibo. Su queste due azioni si è concentrato all’inizio il progetto Life Under Griffon Wings, con una prima fase di successo dal 2015 al 2020 e ora un rifinanziamento. La collaborazione con i pastori è stato il primo passo. «Allestire il carnaio è semplice – spiega Fiammetta Berlinguer, associata di veterinaria all’Università di Sassari – basta un recinto elettrificato, per non fare avvicinare altri animali, e un palo per piazzare una fototrappola per il monitoraggio». Serviva poi rendere consapevoli i pastori dei danni dei bocconi avvelenati. E il Corpo forestale, con cani capaci di fiutare il veleno, ha fatto azione di dissuasione e di informazione. Messi al sicuro i grifoni rimasti, si è passati al ripopolamento, prima con animali arrivati dalla Spagna e, ora, con esemplari da zoo olandesi e tedeschi. I grifoni in Sardegna sono così passati dai 95-100 individui del 2015 ai 272 del 2020, con un basso tasso di mortalità e l’aumento degli indici riproduttivi. A Monte Minerva, poco lontano dal carnaio, la voliera del centro di Recupero fauna dell’Agenzia Forestas ospita due grifoni arrivati dallo zoo di Dresda. Il veterinario del Centro, Marco Muzzeddu, si segue il loro reinserimento: «Sono cresciuti in gabbia – spiega – perciò dobbiamo abituarli alle regole del pasto in gruppo. Gli abbiamo affiancato adulti irrecuperabili perché ne osservino i comportamenti». La voliera si affaccia sull’altipiano, i due grifoni tedeschi scrutano lo spazio aperto come scolari impazienti di uscire dall’aula: presto spiegheranno le enormi ali per unirsi al pasto offerto dai pastori.