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 2021  aprile 10 Sabato calendario

Record di iniezioni in Germania e Spagna «Ma a questi ritmi fiale finite in 10 giorni»



In alcuni Paesi europei la campagna vaccinale ha messo il turbo. Il record è della Germania che questa settimana ha più che triplicato le dosi somministrate giornalmente, superando quota 700 mila. Un cambio di passo aiutato dai medici di base, ora coinvolti nella somministrazione dei farmaci.
Ha superato il tetto delle 500 mila iniezioni in un giorno la Francia. Lo ha twittato trionfalmente ieri il ministro della Salute, Olivier Veran, ricordando le 437 mila dosi di giovedì: un balzo di 70 mila in 24 ore. Anche la Spagna sta cambiando marcia: dalle 277 mila dosi di martedì è passata in tre giorni a oltre 450 mila. Per questa accelerazione dieci ospedali sono stati adibiti a centri vaccinali e così pure, da ieri, il mega palazzetto dello Sport della capitale.
Per quanto fondamentale, non basta poter contare su una macchina distributiva efficiente per proseguire veloci verso l’immunità di gregge. Per esempio la decisione di Parigi di dare un richiamo con un vaccino diverso agli under 55 che hanno già ricevuto la prima dose di AstraZeneca sta alimentando timori in Francia dopo che l’Oms ha ammesso che «non ci sono dati disponibili per raccomandarlo». E a Madrid ieri il 60% delle persone ha rifiutato dosi di AstraZeneca. Ma il problema più grande è la ridotta disponibilità di dosi che accomuna i Paesi europei. «L’Italia ne ha ricevute 15,3 milioni, ne restano 3 milioni stoccate, la Germania ne aveva avuto circa 5 milioni in più ma è più popolosa: con questi ritmi in 7-10 giorni si esauriranno» osserva Matteo Villa, ricercatore dell’Ispi. Con i tagli ai rifornimenti di AstraZeneca, i rinvii di Johnson & Johnson (la somministrazione nei Paesi Ue non è ancora partita, i primi rifornimenti, ridotti, sono previsti entro fine mese) e le consegne esigue di Pfizer, l’accelerazione delle vaccinazioni appare «un bell’esercizio dimostrativo che si scontra con il tetto della disponibilità». Questo non significa che siamo tutti allo stesso livello. Ci sono Paesi che hanno lavorato meglio sulle età e hanno messo in sicurezza prima le fasce più deboli: «Prendiamo la Francia. Come l’Italia ha vaccinato circa i due terzi degli ultra ottantenni, ma sulla decade dei settantenni sono in netto vantaggio: loro sono al 50 per cento, noi al 17» sottolinea Villa.
Cambio di passo
Berlino ha attivato
i medici di base
Madrid ha convertito
dieci ospedali
Per rimediare alle carenze di scorte, la Germania ha aperto nei giorni scorsi al vaccino russo Sputnik V, ancora in attesa di ricevere il via libera dell’Ema. Ma considerata la scarsa capacità produttiva per questo farmaco e anche quanto successo alle forniture inviate in Slovacchia (la composizione del vaccino era diversa dal previsto, secondo Bratislava), la soluzione per il futuro dovrebbe stare altrove. Ieri si è appreso che la Commissione europea è pronta all’acquisto di 900 milioni di dosi più un’opzione di altri 900 milioni: verrà selezionata un’azienda che abbia sviluppato un farmaco a Mrna, come BionTechPfizer, Moderna o Curevac, considerati più efficaci.