Il Sole 24 Ore, 10 aprile 2021
Veneto, Lazio e Molise le prime che possono riaprire
Se si riaprirà come dice il premier Draghi in base non solo ai contagi ma anche al numero di vaccinati tra gli anziani, le categorie più a rischio per il Covid, Veneto, Lazio e Molise potrebbero essere tra le Regioni in pole position per tirare su le serrande di bar ristoranti, ma anche piscine palestre cinema e teatri. Sono questi i territori che incrociando i dati sia sulle somministrazioni che sulla diffusione dell’epidemia potrebbero ambire ad aprire prima degli altri perché sono già avanti con le immunizzazioni, soprattutto di over 80 ma in parte anche over 70, e hanno dati in miglioramento sull’epidemia in base all’R-t e al numero di positivi settimanali che secondo gli esperti del Cts devono avvicinarsi ai 50 casi per 100mila abitanti, soglia che fa ripartire il tracciamento (oggi la media nazionale è ancora alta, 185, ma con ampie differenze regionali). A fianco a queste Regioni ce ne potrebbero essere anche altre come l’Emilia Romagna avanti con le vaccinazioni ma con contagi ancora alti (206 casi per 100mila abitanti) o il Friuli che vede l’epidemia arretrare ma ha performance non a livello delle migliori sui sieri agli anziani. Mentre hanno dati positivi sia sulle vaccinazioni che sulla diffusione del virus le Province di Bolzano e Trento.
L’obiettivo del Governo è infatti quello di riaprire più attività possibili magari già dal 20 aprile, prima della scadenza di fine mese, quando potrebbe scattare il famoso “tagliando” chiesto a gran voce dal leader leghista Matteo Salvini se i numeri sui contagi lo permetteranno: ieri si sono registrati ancora dati molto preoccupanti e cioè 18.938 nuovi positivi e ben 460 morti (a cui si aggiungono 258 morti della Sicilia che non li aveva contabilizzati nei giorni scorsi). Ma è un fatto che i contagi sono in calo, come dimostra l’R-t – l’indice sulla velocità del virus – che come riporta il nuovo report dell’Iss di ieri è sceso a 0,92, sotto la soglia di allarme di 1. Un rallentamento della corsa del virus che si è tradotto ieri nelle consuete nuove ordinanze del ministro della Salute Roberto Speranza che da lunedì fanno uscire dalla zona rossa 6 regioni che così diventano arancioni. Si tratta di Calabria Emilia, Friuli, Lombardia, Piemonte e Toscana. Mentre la Sardegna, dopo aver vissuto per un paio di settimana l’ambitissima “zona bianca” (con ristoranti e bar aperti anche la sera), tornerà addirittura in zona rossa unendosi a Puglia, Campania e Valle d’Aosta. Addirittura se non fossero vietate le zone gialle già cinque Regioni in base ai dati potrebbero riaprire bar e ristoranti a pranzo da lunedì e cioè Alto Adige, Umbria, Lazio, Abruzzo e Molise.
Ieri è stato lo stesso presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, presentando il nuovo report che colora l’Italia a spiegare il percorso: «È importante procedere verso lo scenario di riaperture che tutti auspichiamo ma con grande cautela e flessibilità». «In questo contesto non esistono soglie definite – ha detto – per riaprire, ma esistono modelli e indicatori come il numero progressivo di popolazione vaccinata, la circolazione delle varianti e il livello che rende possibile il tracciamento di 50 casi per 100mila». Brusaferro ieri ha confermato la decrescita «lenta» dei casi a cui nei prossimi giorni dovrebbe seguire un «auspicato» calo dei decessi, ma ha anche ribadito che «accelerare sulle riaperture sarebbe un rischio». Come dimostra anche quello che accade in Europa come a esempio in Germania dove Berlino che corre a 700mila iniezioni al giorno – contro le nostre scarse 300mila – sta comunque pensando a un nuovo lockdown mentre lavora a una legge nazionale per evitare la babele delle restrizioni locali dei Länder che spingono per le riaperture.
Se è vero dunque che la corsa del virus sta lentamente rallentando non basteranno però solo i dati sui contagi per “sognare” le riaperture. L e Regioni dovranno anche correre – come ribadito anche dal commissario Figliuolo – sulle vaccinazioni degli anziani, completando gli over 80 entro aprile e vaccinando «buona parte» degli over 70 sempre entro fine mese. Proprio su questi due target il ministro della Salute Roberto Speranza e il Cts stanno lavorando per mettere a punto un indicatore da utilizzare per le prossime scelte sulle riaperture. Già la prossima settimana il Governo potrebbe fare il punto.
Secondo le elaborazioni realizzate da Lab24 del Sole 24 Ore sono ampie le differenze tra le Regioni nelle immunizzazioni di over 80 e over 70. Ma se si provano a incrociare con i numeri del virus – l’Rt appunto e l’incidenza per 100mila abitanti – ecco che si può disegnare una prima mappa delle Regioni che possono guardare alle riaperture: il Veneto è tra le prime Regioni per vaccinazioni di over 80 e 70 e con Rt sotto l’1 e con 160 casi ogni 100mila abitanti, anche il Lazio ha ottime performance nelle iniezioni agli anziani e un Rt sceso a 0,90 con 173 positivi ogni 100mila abitanti. Il Molise ha buoni risultati nelle immunizzazioni (soprattutto degli over 80), ma ha in particolare l’R-t basso (0,81) e il primato per il numero più basso di casi ogni 100mila abitanti: solo 58, quasi da «area bianca».