Corriere della Sera, 9 aprile 2021
Le nostre industrie sulla Luna
Q uando nei prossimi anni nel panorama del polo sud della Luna sorgeranno laboratori, veicoli elettrici correranno tra i crateri, macchine robotizzate estrarranno risorse dal suolo e satelliti assicureranno i collegamenti con la Terra, tutti avranno anche l’etichetta «Made in Italy». Con questo obiettivo un primo gruppo di 15 società riunito sotto la guida di Thales Alenia Space ha ottenuto dall’agenzia spaziale Asi un finanziamento iniziale per sviluppare le innovazioni necessarie a condividere i piani avviati negli Stati Uniti e in Europa. Se alcune società sono già note sul fronte cosmico altre vedono una preziosa opportunità di sviluppo e crescita tecnologica utile alla competitività.
L’Asi e il governo hanno sottoscritto accordi preliminari con la Nasa e con l’Esa per il Programma Artemis dedicato al ritorno dell’uomo sulla Luna e alle future attività previste. «Gli studi – spiega Massimo Comparini, amministratore delegato di Thales Alenia Space (67% Thales, 33% Leonardo) – ci consentiranno di tracciare una mappa della presenza italiana nei vari campi valorizzando le nostre capacità nella sorgente economia lunare sostenibile». Nel gruppo ci sono società come Aiko per l’intelligenza artificiale, Prima Additive per la stampa 3D impiegata nella costruzione delle infrastrutture con la regolite del suolo e Merlo produttore di macchine sollevatrici. Si aggiungono Qascom per la navigazione mentre lo studio di architettura Design Gang disegnerà ambienti confortevoli i cui impianti di depurazione saranno di Pieco mentre i leggeri materiali compositi necessari proverranno dalla Divisione aerostrutture di Leonardo. E ancora, Enel distribuirà l’energia elettrica, i veicoli saranno frutto di Stellantis e i sistemi robotici di Leonardo. Altre competenze verranno assicurate da Argotec, Nanorak Europa, Value Partners e Fondazione Amaldi. «Costruiremo i moduli abitati Halo e I-Hab della stazione in orbita lunare e con la società americana Dynetics condividiamo il progetto del modulo di sbarco degli astronauti – dice Comparini —. Insieme abbiamo creato una rete di aziende destinata a crescere e nella quale ci si fertilizzerà a vicenda mentre il centro Altec di Torino, già esperto delle attività sulla Iss e su Marte, sarà attivo pure sulla Luna».
In pratica si tratta di un grande piano d’innovazione con un ritorno industriale di almeno un miliardo di dollari con ricadute nella quotidianità terrestre, a cominciare dalle comunicazioni dove i nostri ingegneri dispongono di un’esperienza d’avanguardia sia nella tecnologia che nella gestione con Telespazio. «Proprio Telespazio è in gara per il progetto Moonlight dell’Esa rivolto ai sistemi di telecomunicazione e navigazione secondo un approccio pubblico e privato – precisa Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo —. L’attuale fase di esplorazione planetaria offre grandi opportunità per l’industria spaziale italiana. Agenzie e aziende leader lavoreranno con piccole e medie imprese e start-up per tracciare soluzioni tecnologiche in grado di garantire la vita e l’operatività di uomini e sistemi robotici sulla Luna, con particolare attenzione alla sostenibilità e alla salvaguardia dell’ambiente extraterrestre. L’ecosistema spaziale italiano include sempre più il contributo di aziende e capitali di altri settori, per garantire al Paese di consolidare una sovranità tecnologica, condizione fondamentale per valorizzare le ricadute anche sul nostro pianeta. Ciò consentirà inoltre di partecipare alla definizione di linee guida e regolamenti internazionali indispensabili per governare le attività umane sulla Luna».