Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2021  aprile 09 Venerdì calendario

Le risposte di Draghi


«Vogliamo pensare a riaperture in sicurezza: questo credo sia il miglior messaggio per rassicurare il Paese, stiamo guardando al futuro delle prossime settimane». Mario Draghi evoca ottimismo, fiducia, coscienza. Concetti che ripete più volte in un’ora e mezza di conferenza stampa. «Ho parlato con il commissario Figliuolo, l’obiettivo delle 500 mila vaccinazioni al giorno sarà rispettato», sottolinea. Ammette che «dovremo continuare a vaccinarci negli anni a venire perché ci saranno le varianti e i vaccini dovranno essere adattati, ma le gare verranno fatte meglio» per non subire «improvvisamente» un calo delle forniture. Non si sottrae alle domande su Matteo Salvini e rivela: «Gli ho detto che ho voluto io il ministro Speranza nel governo e che ne ho molta stima».
Quelle che seguono sono alcune delle risposte date dal presidente del Consiglio durante l’incontro con i giornalisti.
Come cambia la campagna vaccinale dopo le limitazioni imposte ad AstraZeneca?
«La raccomandazione è seguire le linee guida e usare il vaccino AstraZeneca per coloro che hanno più di 60 anni di età. Il rischio di decesso per chi contrae il Covid è massimo per coloro che hanno più di 75 anni. Bisogna vaccinare quelli che hanno più di 80 anni, poi più di 70 fino ad arrivare ai 60 anni. Smettetela di vaccinare chi ha meno di 60 anni, i giovani, i ragazzi, gli psicologi di 35 anni. Basta con queste platee di operatori sanitari che si allargano. Con che coscienza la gente salta la lista per vaccinarsi lasciando un rischio concreto di morte per le persone fragili e gli anziani?».
Il vaccino russo Sputnik può essere utile per accelerare l’immunizzazione?
«Vediamo cosa dice l’Ema e poi si potranno fare i contratti. Però ci hanno detto che le capacità produttive di Sputnik sono molto limitate. Se le consegne verranno rispettate l’Italia ha tutti i vaccini che servono per quest’anno. Inoltre bisogna vedere se il vaccino russo si presta ad essere adattato alle varianti».
Ha pensato a una data per allentare le restrizioni anti-virus e consentire la riapertura delle attività economiche?
«Non ho una data, dipenderà dall’andamento dei contagi. La disponibilità di vaccini che abbiamo ad aprile permette di vaccinare tutti gli over 80 e gran parte di coloro che hanno più di 75 anni in tutte le Regioni. Se noi riusciamo a ridurre il rischio di morte delle classi più esposte è chiaro che si aprirà con molta più tranquillità».
Alcune Regioni sembrano molto indietro, ce la faranno?
«Gli eventi sono stati molto complicati, non ci sono responsabilità da addossare a una parte sola. Adesso siamo a una fase dirimente: è fondamentale vaccinare le classi di rischio ed è interesse delle Regioni perché così potranno riaprire in sicurezza più in fretta. Su questo ci sarà una direttiva del commissario Figliuolo».
Zingaretti si è lamentato e ha detto che se il Lazio avesse dosi a sufficienza potrebbe andare più in fretta.
«C’è stato un disguido, Figliuolo è perfettamente al corrente e consapevole e ha chiarito con la Regione Lazio. Sono molto ottimista sull’andamento del piano vaccinale e soprattutto sul clima di collaborazione che c’è tra Regioni e Stato. Il commissario Figliuolo è attivo, visita un numero straordinario di territori ogni giorno. Non ho dubbi che gli obiettivi saranno raggiunti».
L’Italia è attraversata da grandi tensioni, è preoccupato che si possano verificare altri scontri dopo quelli avvenuti in piazza Montecitorio?
«Tutti chiedono le riaperture, è normale. La miglior forma di sostegno per l’economia non sono i ristori, ma le riaperture. Sono consapevole della situazione di bisogno e disperazione. Naturalmente, nelle manifestazioni che ci sono state, la violenza va condannata sempre, ma capisco totalmente il senso di smarrimento e alienazione che si ha in questa condizione di limitata mobilità e interazione sociale. Tanto più celermente procedono le vaccinazioni delle categorie a rischio, tanto più celermente potremo riaprire».
Il ministro Garavaglia ha indicato il 2 giugno per riavviare il turismo, è d’accordo?
«Chissà, magari anche prima. Noi dobbiamo essere pronti alla stagione turistica, non abbandonarla. Occorre annunciare che accoglieremo tutti i turisti stranieri che hanno un certificato vaccinale, come hanno già fatto Grecia e Spagna. Al ministro Garavaglia ho chiesto un piano per le riaperture di fiere ed eventi, dobbiamo andare molto svelti, altrimenti perdiamo la stagione turistica».
Quando sarà varato il nuovo Decreto Sostegni?
«Prima verrà preparato il Def dove definiremo lo scostamento, poi il Parlamento dovrà votarlo e quindi arriverà il decreto. La dimensione del prossimo provvedimento sarà più grande del Decreto Sostegni e conterrà sia i ristori che le misure economiche per le riaperture».
Bruxelles ha aiutato Air France e sta penalizzando Alitalia?
«La Commissione europea dovrà giustificare se ci saranno delle asimmetrie e noi non accetteremo discriminazioni arbitrarie se Alitalia sarà trattata diversamente da Air France. Il punto centrale adesso è creare una nuova società che dovrà marcare una discontinuità con Alitalia. Mi dispiace tantissimo che non si chiami più Alitalia, la considero una cosa di famiglia, un po’ costosa, ma di famiglia. È importante che Ita parta immediatamente e si regga con le sue ali, questa volta».
Si avvicina la scadenza per chiudere il Recovery plan, quale sarà la governance?
«Il 30 aprile consegneremo il Pnrr all’Europa. Abbiamo previsto una struttura centrale che fa da coordinamento: riceve i soldi dall’Ue e li dà agli enti in base ai lavori in corso. C’è poi una struttura di valutazione dei progetti e una di controllo specifico sulla spesa. La responsabilità dell’attuazione però è in capo agli enti attuatori: le Regioni, i Comuni e le Province che dovranno trovare un coordinamento. Dopo il confronto di oggi con le Regioni abbiamo concluso che in fondo noi non abbiamo credibilità come capacità di investire, l’abbiamo persa tantissimi anni fa. Ma non perché non si volesse investire, ci sono centinaia di miliardi in bilancio per investimenti che non sono mai stati fatti. Bisogna cambiare tutto per diventare credibili e per superare gli ostacoli a livello politico, istituzionale, amministrativo, contabile e anche giudiziario».
Per realizzare questo cambiamento servirà un Paese maggiormente orientato al digitale?
«Il divario digitale è certamente una delle priorità del governo. È una delle missioni trasversali di tutti i progetti: nella Pa come nell’istruzione. È un passaggio importantissimo».
Cosa ne pensa dello sgarbo di Erdogan alla presidente Ursula von der Leyen?
«Non condivido assolutamente le posizioni di Erdogan e penso non sia stato un comportamento appropriato. Mi è dispiaciuto moltissimo per l’umiliazione che la presidente della Commissione Von der Leyen ha dovuto subire. La considerazione da fare è che con questi dittatori, chiamiamoli per quel che sono, uno deve essere franco nell’esprimere la propria diversità di vedute, di opinioni e di visione della società».
È stato criticato per aver appoggiato la Guardia costiera libica, come risponde?
«L’Italia è l’unico Paese ad avere corridoi umanitari con la Libia. Durante l’incontro con il primo ministro libico ho detto che siamo preoccupati per i diritti umani e orientati al superamento dei centri di detenzione. Serve franchezza, ma anche capacità di cooperare e tra le tante aree di cooperazione è necessaria quella dell’immigrazione. Questo è un problema che esiste: serve un approccio umano, equilibrato ed efficace, sono le direttive che mi sono dato». —