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 2021  aprile 09 Venerdì calendario

I soldi o addio Rousseau: l’ultimatum di Casaleggio

Giuseppe Conte rumina tempo. Questo fine settimana, tra domani e domenica, discuterà via Zoom con i parlamentari grillini del suo piano di rifondazione per il Movimento prossimo venturo, che avrà una sede – un appartamento nel centro di Roma, vicino alle Camere – una struttura e nuove regole sulle restituzioni, cioè sui soldi. Ma il Davide Casaleggio che dal M5S vorrebbe 450mila euro di arretrati di tempo non ne ha più, ha i conti in rosso ed è anche arrabbiato, perché proprio Conte nel suo discorso agli eletti 5Stelle della scorsa settimana lo ha trattato rudemente, tanto da non citare neppure la sua piattaforma Rousseau e dal richiamarlo “alla massima trasparenza sulla gestione dei dati”.
Così ecco il fatto di reazione, cioè Casaleggio che cala l’ultimatum, con data 22 aprile. “È tempo di decisioni” fa sapere la sua associazione Rousseau tramite un post sul blog delle Stelle. Ossia, “oggi la situazione è giunta al punto di non ritorno, a causa dell’enorme ammontare di debiti siamo costretti a definire una data ultima, il 22 aprile 2021. Qualora i rapporti pendenti non vengano definiti entro questo giorno, saremo costretti a immaginare per Rousseau un percorso diverso, lontano da chi non rispetta gli accordi e vicino, invece, a chi vuole creare un impatto positivo sul mondo”. Tradotto, se non si trova un’intesa economica sarà addio, definitivo. Con Rousseau pronta a lavorare con altri partiti. E magari non solo, perché dal Movimento tornano a sibilare l’accusa: “Casaleggio vuole farsi il suo partito, il partito di Rousseau”. E a sostegno fanno notare la chiosa del post: “Comunque vada per noi il 22 aprile sarà un nuovo inizio, trasparente, deciso e leale e, soprattutto, insieme a chi dimostrerà di essere tale”. E al di là dell’italiano un po’ così pare una chiamata alle armi. Forse rivolta innanzitutto a certi ex del M5S, quelli di peso. Ad oggi l’unica certezza è la guerra all’ultimo stadio tra Casaleggio e tutto il Movimento.
È gelo perfino con Beppe Grillo, l’unico che tifava per la pace. “Casaleggio non risponde più neppure a Beppe” sostiene un 5Stelle di governo. D’altronde da Milano hanno alzato il tiro anche contro Conte, il solo con cui Casaleggio voleva davvero trattare, ritenendo il reggente Vito Crimi un capo politico ormai abusivo (“il suo mandato è scaduto” è la linea di Rousseau). Ma il discorso dell’avvocato agli eletti ha aperto la milionesima ferita, abbastanza dolorosa per spingere la socia di Rousseau Enrica Sabatini a parlare così l’Adnkronos: “Conte non è un iscritto al M5S, quindi non può proporre accordi”. E comunque, “se il M5S diventasse un partito Rousseau non avrebbe più alcuna utilità”. Piuttosto, teorizza la socia di Casaleggio, “l’associazione e il M5S sono due facce inscindibili della stessa medaglia”. Ma la scissione è nei fatti, e potrebbe traboccare nei tribunali. Nell’attesa il Movimento risponde: “Estraniarsi dal contesto reale del Paese, alimentando le polemiche su questioni interne, è un lusso che non possiamo permetterci”. Invece oggi Crimi incontrerà, sempre in via virtuale, i parlamentari, per parlare principalmente della riforma della rendicontazioni, totem e croce del Movimento. In sintesi, gli eletti pagheranno una cifra forfettaria di 2500 euro mensili: mille andranno al M5S, 1500 come restituzioni per altre iniziative.
Nota importante: dovranno mettersi a regime con il nuovo modello entro luglio. “E questo sta suscitando mal di pancia – racconta un big – perché diversi parlamentari dovranno versare in pochi mesi arretrati per decine di migliaia di euro”. Di sicuro il denaro verrà versato su un conto corrente del M5S, aperto nei giorni scorsi, ed è un’altra novità rilevante. Ma il tema dei soldi non si esaurisce qui. Molti nel Movimento spingono per l’utilizzo dei fondi del 2 per mille, anche per sostenere l’ampia struttura – con una segreteria e dipartimenti – immaginata da Conte. Un’indicazione emersa anche dagli Stati generali dello scorso dicembre. Un contiano doc come il ministro all’Agricoltura, Stefano Patuanelli, domenica scorsa al Fatto aveva detto di “non essere sicuro di avere una risposta” sull’opportunità o meno di utilizzare il finanziamento pubblico. Crimi era e resta contrario. Ma il dibattito è in corso. E Rousseau? Crimi oggi ribadirà che il M5S porterà avanti la democrazia diretta, sempre tramite una piattaforma. E dai 5Stelle ripetono che l’alternativa al portale di Casaleggio è di fatto pronta, secondo l’AdnKronos già per la prossima settimana. In attesa del divorzio: da formalizzare.