Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2021  aprile 09 Venerdì calendario

Fondo perduto, pagati in un giorno 1,91 miliardi a 605mila partite Iva


Nel primo giorno di pagamento parte verso i conti correnti delle partite Iva il 17,3% degli oltre 11 miliardi di aiuti a fondo perduto messi a disposizione dal decreto sui «sostegni». Era stato lo stesso presidente del Consiglio Mario Draghi a indicare l’8 aprile come data di avvio dei nuovi contributi ai tre milioni di partite Iva colpite dalla crisi. In 10 giorni l’agenzia delle Entrate ha messo in lavorazione oltre un milione di domande inviate dal 30 marzo quando è stata aperta la piattaforma telematica. Di queste, sono 604mila quelle pervenute alla mezzanotte del 5 aprile e ora tradotte in un bonifico o in un credito di imposta da spendere in compensazione.
Gli aiuti liquidati valgono 1,91 miliardi, spiega il direttore delle Entrate Ernesto Maria Ruffini nella nota diramata ieri con il Mef. Di questi il 18% è destinato in Lombardia (357,3 milioni), mentre nel Lazio sono stati messi in pagamento 239,3 milioni.
Tra le attività destinatarie la quota più alta è andata ai servizi di alloggio e ristorazione, che ricevono 421,1 milioni; segue con 397,2 milioni il commercio all’ingrosso e al dettaglio di riparazione di autoveicoli e motocicli. I professionisti, che sono stati ammessi per la prima volta al fondo perduto e rientrano tra le 604mila domande messe in pagamento, sono poco più di 105mila. E riceveranno nelle prossime ore oltre 169 milioni.
Gli aiuti offrono però una copertura molto parziale dei colpi della crisi, molto differenziati da settore a settore. A proporre un primo, puntuale consuntivo è l’Ufficio parlamentare di bilancio nella memoria depositata ieri nelle audizioni sul Dl «sostegni». Il pregio dei calcoli Upb è nell’analisi del rapporto fra la caduta dei ricavi e quella dei costi, che determina il calo di redditività. Il risultato traduce in cifre il tracollo del turismo, con le attività di alloggio e ristorazione che vedono crollare del 145,8% il margine operativo lordo medio, finito in territorio ampiamente negativo. Quasi azzerato (-93%) il Mol delle attività artistiche e di intrattenimento, tagliato di tre quarti (-72,6%) quello del tessile mentre ci sono settori, come le costruzioni, che hanno visto un lieve ampliamento dei margini (+2,2%). Naturalmente il parametro legato alle perdite di aprile non ha colto questi aspetti, e poco ha potuto fare anche il criterio della perdita media mensile introdotto dal governo Draghi. «Probabilmente i ristori del 2020 sono andati in buona parte a chi non ne aveva bisogno, e non sono andati alle imprese che ne avevano più bisogno», ha riconosciuto ieri il Ragioniere generale dello Stato Biagio Mazzotta nel corso di un workshop sulla crisi organizzato da Sose. E proprio per questa ragione il governo lavora a qualche correttivo, senza però modificare il meccanismo che garantisce rapidità di esecuzione nei pagamenti. La novità potrebbe essere un parametro percentuale più generoso per le piccole partite Iva, che hanno subìto gli effetti più duri della crisi come evidenziato sul Sole 24 Ore di domenica scorsa.
Parzialità e disomogeneità degli aiuti sono alla base del rigonfiamento del prossimo decreto, che poggerà su un nuovo deficit di almeno due punti di Pil. Risorse destinate a finanziare il nuovo ciclo di «sostegni» che si punta a rendere più ampi e meglio distribuiti, ma anche una replica delle misure per sostenere la liquidità delle imprese. Al primo posto c’è ancora una volta la moratoria di mutui e prestiti, che però deve fare i conti con la griglia di regole della vigilanza comunitaria, e sul versante dei costi fissi una riedizione del credito d’imposta sugli affitti, oltre che delle esenzioni tributarie per turismo e ristorazione, dall’occupazione di suolo pubblico all’Imu. Ma la griglia è in crescita di giorno in giorno.