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 2021  aprile 08 Giovedì calendario

Un tetto agli ingaggi della Formula 1?

La crisi economica mondiale sta cambiando tutto. L’epoca dei campioni super pagati come Michael Schumacher o Lewis Hamilton sembra destinata a finire. In nome dell’austerity, sarà fatta circolare presto una proposta della Federazione internazionale e di Liberty Media, proprietaria della F.1, per introdurre un tetto agli stipendi dei piloti dal 2022. Secondo indiscrezioni, la cifra massima che le squadre potranno spendere non dovrebbe oltrepassare i 30 milioni di dollari complessivi (circa 25 milioni di euro) per l’ingaggio dei due piloti titolari più le riserve.
Lewis e Max 
Ovviamente ci sarà da discutere (e molto) sull’iniziativa, che porterebbe alla creazione di un “salary cap” coerente con il “budget cap” già istituito da quest’anno, in base al quale le spese totali di ogni team non possono superare i 145 milioni di dollari. Per le squadre, abituate fin dai tempi di Tazio Nuvolari e dell’Alfa Romeo a investire cifre da capogiro per ingaggiare i fuoriclasse, sarà complicato far quadrare i conti. E c’è da aspettarsi posizioni contrarie anche all’interno dell’Associazione piloti. Ma appare ineluttabile che ci sia una stretta, visto l’impatto della pandemia sulla F.1 e sul mercato dell’auto. La questione si pone soprattutto per Hamilton e Verstappen, i due rivali del Mondiale, che sono anche i più pagati: Lewis ha rinnovato per il 2021 con la Mercedes a circa 40 milioni di euro, mentre Max è legato alla Red Bull fino al 2023 con un contratto da circa 30 milioni di euro annui a cui contribuisce in gran parte la Honda, che però lascerà la F.1 a fine stagione. Un dettaglio non certo trascurabile. L’avvento del “salary cap” potrebbe cambiare le carte in tavola. Il sette volte iridato dovrà infatti discutere a breve con Toto Wolff il rinnovo per le prossime stagioni. E sorge il sospetto che il tetto agli ingaggi, di cui si parlava già nel corso del 2020, possa essere stato fra le ragioni non dette per cui la Mercedes e Hamilton hanno raggiunto l’accordo per un solo anno, non sapendo quali sarebbero state le condizioni di mercato dal 2022 in avanti. Se passerà la proposta Fia-Liberty probabilmente cambieranno anche i criteri con cui si stipulano attualmente i contratti. I piloti tenderanno a privilegiare la parte variabile del salario, rappresentata da premi e bonus legati ai risultati, rispetto a quella fissa. A meno che (ipotesi poco probabile) non sia fatto rientrare tutto sotto il “salary cap”. Varrà anche per Hamilton e Verstappen, che in questo momento hanno compensi tanto elevati che le uniche voci “extra” sono rappresentate dai premi per la vittoria del Mondiale piloti e di quello Costruttori della squadra. Fra l’altro Max ha una clausola di rescissione anticipata a suo favore, da esercitare nel caso voglia lasciare la Red Bull se Lewis a fine anno si ritirerà liberando il posto alla Mercedes.
Cambia il mercato 

Quando la proposta sarà ufficiale, si chiariranno anche altri punti oscuri. Uno su tutti: il tetto agli stipendi verrà considerato retroattivo o i contratti già firmati resteranno validi? Questione che riguarda, oltre al già citato Verstappen, molti altri piloti di punta. Da Daniel Ricciardo (McLaren) a Sebastian Vettel (Aston Martin). Ma anche i ferraristi Carlos Sainz e Charles Leclerc, quest’ultimo legato al Cavallino da un accordo fino al 2024, che prevede alcuni scatti nell’ingaggio, attualmente nell’ordine dei 15 milioni di euro a stagione. Peraltro sia lo spagnolo sia il monegasco hanno sponsor personali sulla rossa. Inoltre potrebbe cambiare il ruolo di quelli come il bravo Sergio Perez, Nicholas Latifi, Nikita Mazepin o Mick Schumacher, che ricavano il grosso dei guadagni dai propri sponsor (circa 6 milioni di euro nel caso del messicano) o ritagliandolo dal budget garantito alla squadra attraverso finanziatori esterni e ricchi papà. Per non parlare di Lance Stroll, figlio del proprietario del team Aston Martin. In termini di salario fisso, pesando poco sul totale, consentiranno più margini di manovra quando entreranno in vigore le limitazioni. Di certo, il mercato della F.1 è destinato a cambiare radicalmente in futuro. La prossima generazione sarà pagata mediamente di meno. E i fenomeni che verranno dopo Verstappen e Leclerc dovranno “accontentarsi”. Lo si vede in parte già adesso con Lando Norris e George Russell, per i quali ogni punto in classifica vale dai 10 mila euro in su (il massimo in passato è stato 50 mila). Tempi duri per tutti.