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 2021  aprile 08 Giovedì calendario

È sbocciato Vinicius

Da bidone a campione. Critiche ingenerose, elogi smisurati. Questo il tortuoso percorso della giovane esistenza di Vinicius Junior, 20 anni fino a luglio. Al brasiliano nato nel 2000 ne hanno dette di tutti i colori. Prima in negativo, ultimamente in positivo. Tutto un po’ esagerato. Burle, memes, ironia e anche giudizi definitivi: inadatto alla grandezza del Real Madrid. Da un paio di settimane la situazione si è rovesciata. La buona prestazione con l’Atalanta e il botto col Liverpool con la sua prima doppietta col Madrid hanno fatto ricredere tanta gente. Che rinfacciava a Vinicius i 50 milioni di euro versati al Flamengo quando era ancora minorenne, e la sua negazione di fronte alla porta.
Lapidario Karim
Effettivamente il brasiliano aveva questa capacità unica di saltare avversari, creare panico e occasioni e poi buttare via tutto una volta che si trovava a dover concludere. Tanta volontà, evidente qualità, ma anche esagerata imprecisione. Il ragazzino è stato male, ma non ha mai perso il sorriso né la voglia di dimostrare a tutti che si sbagliavano. E occhio, perché in quel tutti c’era anche un personaggio illustre: Karim Benzema. Che il 27 ottobre scorso nell’intervallo del pareggio rimediato in extremis dal Madrid a casa del Borussia Monchengladbach, fu pizzicato dalle telecamere mentre diceva in francese a Ferlan Mendy, che gioca dietro a Vinicius sulla fascia sinistra, di non passargli il pallone: «Fa quello che gli pare, gioca contro di noi» il lapidario commento del miglior attaccante del Madrid. Una frase che avrebbe affondato chiunque. Non Vinicius.
Ragazzino prodigio
Uno abituato alla pressione. A 17 anni era stato decisivo in una Fla-Flu giocato al Maracanà. Poi è diventato il giocatore più giovane della storia del Flamengo a segnare in Libertadores. E ha continuato a far bene anche quando è stato reso pubblico il suo carissimo passaggio al Madrid, chiuso nel 2017 quando Vini aveva ancora 16 anni e completato due giorni dopo il 18° compleanno. A Madrid aveva iniziato con una doppietta all’Atletico B col Castilla di Solari, e infatti il tecnico argentino quando fu chiamato a sostituire Lopetegui in prima squadra gli diede la fiducia che l’ex c.t. della Spagna gli negava. Caduto Solari, con Zidane Vini ha fatto su e giù. Campo, panchina e anche tribuna. Intanto è arrivata anche la nazionale brasiliana. Zizou non gli ha mai fatto mancare la fiducia. Ed è riuscito a moderare anche lo scetticismo di Benzema. Vini ha ringraziato, e si è calmato. E con la pace ecco i gol: che sono ancora solo 6 in questa stagione nella quale è rimasto a secco per oltre 4 mesi. La doppietta al Liverpool però resterà per sempre. «Che la gente parli, io continuo a lavorare», ha detto Vini martedì sera. A tanti detrattori saranno fischiate le orecchie: il Madrid potrebbe aver trovato una stella.