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 2021  aprile 08 Giovedì calendario

La storia di Lada, l’influencer ribelle che rischia di morire in un carcere russo

Della durezza delle carceri russe si parla in questi giorni per le condizioni in cui è detenuto l’oppositore Aleksej Navalny nella famigerata colonia penale Ik-2, dove si è probabilmente ammalato di tubercolosi. Ma in una cella più lontana dai riflettori sta morendo con sintomi simili la 24enne Lada Malova, celebre in Russia per avere documentato sui social la sua vita fra droghe e notti glamour. Nel penitenziario femminile di Tosnensky, non lontano da San Pietroburgo, dove ha scontato metà della pena di 8 anni, ha contratto varie malattie ai polmoni e rischia di morire. La madre chiede che venga rilasciata per curarla; ma una lite con una guardia del carcere, riporta l’avvocato dell’ong che segue il suo caso, ha vanificato questa speranza.
Tutto è cominciato nel 2015. Lada viene arrestata con l’accusa di produrre e vendere anfetamine. Ha 19 anni: è una star di 2ch.ru, detto Dvach, il forum di video tuttora più frequentato in Russia. I suoi post documentano esperienze con marijuana, pillole, coca. A casa o nei locali di Mosca e San Pietroburgo. Con lei un amico, Alex, poi morto nel 2016 di overdose da metadone.
Un pomeriggio del 2015 la chiama un conoscente di nome Yura. Insiste – «mi chiamò settanta volte in un giorno» – perché lei gli venda due etti di anfetamine. Lei non li ha, e l’impressione nelle ricostruzioni dei media indipendenti russi è che la sua immagine di «star dello sballo» fosse, appunto, un’immagine: la madre Lyudmila la descrive come una ragazza «sciocca», ma esclude che potesse fabbricare droga. Il conoscente «Yura» la chiama decine di volte al giorno, per due mesi; e passa presto alle minacce. Queste pillole, dice, gli servono per un amico, Edik. «Edik» è in realtà un investigatore della narcotici; a incastrare Lada, «Edik» manda poi una collega, e Lada le dà una bustina piena di polveri cosmetiche, rubate alla madre che è operaia in una fabbrica di ombretti a Mosca. I due capi d’accusa con cui è arrestata si contraddicono: spaccio di droga e frode. Nelle deposizioni dice di aver dato questa cipria al finto cliente perché terrorizzata. Ma il giudice non si impietosisce, e Lada Malova va in galera.
I legali
«Costretta a fare esercizi dalle guardie senza avere nemmeno la forza di rifarsi il letto»
Al penitenziario di Tosnensky diventa una detenuta modello: la tv la riprende in un documentario mentre fabbrica civette giocattolo. Ma a maggio scorso, nelle telefonate a casa, comincia a lamentare fiato cortissimo, stanchezza cronica. Un sierologico mostra che ha contratto – e superato – il Covid, ma i suoi polmoni mostrano sintomi di varie altre malattie: tubercolosi, fibrosi, e una sarcoidosi polmonare che a oggi è al terzo stadio. L’epilessia,di cui soffre da sempre si è aggravata. A luglio, la madre chiede che venga ospedalizzata; ma Lada Malova è rimessa in cella, e peggiora vistosamente.
«Costretta a fare gli esercizi dalle guardie, senza nemmeno avere le forze per rifarsi il letto», riporta il suo avvocato Aleksej Pryanashnikov al sito russo Meduza.io – spiegando che «la sarcoidosi non rientra tra i mali sufficienti per lasciare il carcere» – resta in cella: l’ultima parola per la scarcerazione di un malato, «anche terminale», spetta al giudice, e la celebrità di Malova gioca sempre a suo sfavore.
Nel frattempo la cura per la sarcoidosi ha causato una tubercolosi, spiega il suo avvocato; nelle lettere alle amiche Malova scrive di biopsie in ritardo e di un imminente trasferimento in Carelia (è invece stata trasferita in Mordovia, e la madre lo ha saputo molto dopo). I suoi sintomi sono simili a quelli respiratori che lamenta Aleksej Navalny, per cui Amnesty parla di «lento omicidio»; la sorte dei due detenuti è un’incognita che il mondo sta a guardare.