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 2021  aprile 08 Giovedì calendario

Irlanda, Pasqua di fuoco


Londra Non è stata una Pasqua di sangue, in Irlanda del Nord, ma di fuoco sì: auto incendiate, bottiglie molotov e mattoni lanciati contro la polizia, decine di agenti feriti. Per diversi giorni la rabbia dei lealisti protestanti è esplosa nelle strade di Belfast e Londonderry: a innescarla nell’immediato, la decisione della polizia locale di non procedere contro i leader del Sinn Fein, il partito cattolico repubblicano, che l’anno scorso avevano violato le restrizioni per il Covid partecipando ai funerali di un ex capo dell’Ira, il gruppo paramilitare di cui il Sinn Fein è l’espressione politica.
Ma il disagio profondo dei lealisti covava da mesi e la ragione ultima è l’accordo sulla Brexit. In base alle intese raggiunte fra Londra e Bruxelles, l’Irlanda del Nord è stata lasciata di fatto all’interno del mercato unico, per evitare il ritorno a un confine fisico con la Repubblica d’Irlanda a Sud, che è parte della Ue. Ma questo comporta l’allentamento del legame fra l’Irlanda del Nord e la Gran Bretagna, con conseguenze pratiche che si sono viste subito negli ultimi mesi: le merci in arrivo a Belfast dalla madrepatria sono ora soggette a controlli doganali, il che ha causato penurie nei supermercati e difficoltà burocratiche.
Soprattutto, i lealisti protestanti vedono messa in discussione la loro identità britannica: e temono che l’Irlanda del Nord possa scivolare rapidamente verso la riunificazione con la Repubblica di Dublino. Una prospettiva, questa, attivamente perseguita dal Sinn Fein, che vede aprirsi una prospettiva storica, a cent’anni esatti dalla partizione dell’Irlanda, e chiede in tempi rapidi un referendum sulla riunificazione.
I campanelli d’allarme avevano già cominciato a squillare nelle settimane scorse, quando le minacce da parte dei gruppi lealisti avevano costretto le autorità a ritirare temporaneamente gli agenti doganali. Ma ora la violenza si sta materializzando: un paradosso, se si pensa che gran parte della trattativa sulla Brexit aveva ruotato attorno all’esigenza di preservare la pace in Irlanda. Ma un paradosso inevitabile: se non si vuole un confine inter-irlandese, bisogna allora metterlo fra l’Irlanda del Nord e la Gran Bretagna. Spetta ora a Londra e Dublino calmare gli animi: ma è come trovare la quadratura del cerchio.