la Repubblica, 8 aprile 2021
Breve storia dei Barbapapà
“Resta di stucco, è un barbatrucco” è la frase simbolo di Barbapapà, il cartone animato con la famiglia più ecologista, animalista e colorata della tv. Che torna in esclusiva in chiaro, su Rai Yoyo, da lunedì 12 aprile, e su RaiPlay da sabato 10 aprile.
La nuova serie, 52 episodi da 11 minuti, è animata, scritta, diretta e musicata da Alice e Thomas Taylor, i figli dei creatori del cartoon: l’architetta e designer francese Annette Tison e il professore di matematica e biologia americano Talus Taylor, che ebbe l’idea nel maggio del 1970, quando a Parigi sentì un bambino dire qualcosa che suonava come “baa baa baa baa”: non comprendendo il francese chiese alla sua futura moglie il significato, il piccolo voleva “barbe à papa”, zucchero filato. Fu un’illuminazione.
Nacque così Barbapapà, una sorta di blob, rosa come una nuvola di zucchero filato. A lui furono poi affiancati la moglie e i figli, ognuno con un suo colore a cominciare dalla mamma nera: una famiglia che oggi definiremmo multietnica. Tutti insieme daranno vita a quaranta libri illustrati per bambini, tradotti in oltre trenta lingue, che parlano di inquinamento, energie rinnovabili, difesa degli animali e speculazione edilizia. Nel 1974 e nel 1977 arrivarono le prime due serie animate realizzate in Giappone e trasmesse in Italia dal 1976 su Rai 2 diventando il primo cartone giapponese a sbarcare nel nostro Paese. Una curiosità: la sigla della prima stagione era cantata da Roberto Vecchioni.