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 2021  aprile 08 Giovedì calendario

Intervista a Michela Giraud


Fa la stand up comedian, non ha paura del politicamente scorretto, è abituata a spiazzare il pubblico.
Michela Giraud confessa che a LOL – Chi ride è fuori, il programma su Amazon Prime Video in cui dieci comici chiusi in una stanza si esibiscono – unica regola non poter ridere, è stata dura. «C’era una tensione incredibile», racconta, «girarlo è stata una tortura, è una trasmissione in cui vince tanto la scuola, la teatralità. Se non sei un comico della vecchia scuola, con tante ore di allenamento, un po’ lo patisci. Se fai un monologo è complesso. Ma è stata una sfida importante: dovevi avere il cervello diviso a metà: far ridere gli altri e non ridere». Con la sua canzone folle, Mignottone pazzo, che ha incuriosito anche Elio (come si fa a non ridere con Elio vestito da Gioconda che sbuca dal quadro?), Giraud spopola sui social: da oggi saranno disponibili le ultime due puntate di LOL e si scoprirà chi vince.
Che quel folle testo abbia interessato Elio ha stupito anche lei?
«Quando mi ha chiesto se avessi depositato il brano, mi sono intimidita, Elio è un genio. La canzone chiudeva il mio monologo.
Per me LOL è stata una scuola di vita».
Nel monologo si presenta: “Settantasei chili, una forma di Auricchio”.
«Sono una che va come un panzer, con gente davanti che non può reagire lo sforzo è massimo. Nessuno rideva. Mi ero preparata tantissimo».
In che modo?
«In piscina ho chiesto al mio fidanzato di interrompermi mentre facevo i monologhi. Mi sono concentrata per non ridere mai.
L’unico che non avevo previsto era Lillo. L OL ha avuto un ritorno incredibile, la gente non ce la fa più, non vedeva l’ora che ci fosse uno show per rilassarsi, con una comicità di pancia».
Che esperienza è stata?
«Fare uno show in sei ore è difficilissimo, ho giocato con comici con più esperienza di me. Sanno come reagire e come usare le energie. La competitività era forte».
Dal 14 maggio sarà protagonista del late show CCN su Comedy Central su Sky e e riapre il suo “Salotto con Michela Giraud”: cos’è cambiato?
«Stavolta oltre a concentrarci sui testi punteremo sull’attualità, l’anno scorso la dribblavo».
Quindi si occuperà anche del Covid?
«Sì, su come siamo cambiati, su quanto odio sia generato nel telefono e nei pc. La pandemia non ci ha resi migliori. Nel salotto mi dedicherò all’ospite, ci divertiremo e ci saranno gli opinionisti, stile D’Urso. Apro alle quote: bisogna valorizzare anche le minoranze, quindi ho voluto anche un maschio bianco etero. E parlerà».
Lei è in quota “body positive”?
«Ho fatto i video per Persona by Marina Rinaldi, ne sono orgogliosa perché parlo anche dei tabù. Non ci prendiamo in giro, per le ragazze il corpo è un’ossessione. A un certo punto mi ha innervosito l’idea della “ciaciona simpatica”, o della “sexy nonostante”. Nei video non parlo dei vestiti, ma di tutto. Alla fine ti fanno sempre capire che sei fuori posto».
E lei come si sente?
«Secondo me nessuno si sente a proprio agio. Un giorno ti senti Beyoncé, un giorno Magalli. Questo genera nelle donne reazioni estreme: è la mia pancia nuda! Ecco l’altra foto: non mi depilo! Ma il mondo è anche una scala di grigi».
Ha fatto la campagna di Action Aid sulla tragedia delle spose bambine.
«Con Daniela delle Foglie abbiamo ironizzato sulla nostra idea del matrimonio, il sogno, il vestito bianco, l’idea di “sposarsi bene”».
Il video è molto divertente, caustico: poi spiega.
«Ironizzo sullo stress delle nozze, sulla perfezione irraggiungibile, dalla scelta dell’abito al marito giusto. Poi concludo: “Il matrimonio è una cosa per grandi”, e lo spot spiega cosa vuol dire essere spose bambine. Ne sono fiera».
Come comica sente la responsabilità di quello che fa?
«Non sento la responsabilità di far ridere perché non faccio operazioni a cuore aperto. Diventa un lavoro, non puoi fare solo i monologhi di nicchia. Il mondo della stand up comedy ha anche un po’ di spocchia, temi il giudizio, non è facile ridurre tutto a una battuta. Questa carriera si fa in due modi: o fai il cecchino o studi le mosse e fai la mitraglia. Io sono la mitraglia».
Per le donne è più difficile?
«Sicuramente, e te ne devi fregare.
C’è chi pensa che non faccio ridere perché sono una ragazza, mi dispiace per lui».
Si può ridere di tutto?
«Sì. Basta farlo con un minimo di intelligenza. Nei live trattavo la politica, sapevo chi tirare giù; oggi è complicato. Oggi le figure di potere spesso non sono i politici. Essendo tutto democraticizzato, è un disastro».