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 2021  aprile 08 Giovedì calendario

Caterina de’ Medici, la regina nera

«Ma è necessario questa natura saperla bene colorire, ed essere gran simulatore e dissimulatore: e sono tanto semplici gli uomini, e tanto obediscano alle necessità presenti, che colui che inganna troverà sempre chi si lascerà ingannare». Queste parole sono scritte da Niccolò Machiavelli ne Il Principe, dedicato a Lorenzo de’ Medici il Giovane, duca di Urbino. Non a lui, tuttavia, ma a sua figlia Caterina sarebbe stato indirizzato il libro, se il Segretario Fiorentino avesse avuto la ventura di conoscerla. Costei, infatti, incarna al meglio il modello cui si ispira Machiavelli.
Soprannominata la regina nera, avvolta per secoli da una nube oscura, considerata responsabile della Strage di San Bartolomeo (l’eccidio degli ugonotti dell’agosto 1572), tacciata di stregoneria per l’abitudine di circondarsi di negromanti, la Medici è stata invece una grande sovrana. Negli anni delle guerre di religione ha cercato di riportare la pace fra cattolici e ugonotti, avendo come obiettivo la salvaguardia dalla casata dei Valois e del regno. Inoltre, ha favorito il connubio italo-francese ed è stata una straordinaria ambasciatrice del made in Italy.
L’OLTRAGGIO
Arrivata a Marsiglia l’11 ottobre 1533 per sposare Enrico di Valois, figlio del re di Francia Francesco I, Caterina ha dovuto sopportare lunghi anni di umiliazioni. Schernita dalla corte che la chiama mercantessa fiorentina; ignorata dal marito innamorato dell’amante Diane de Poitiers, riesce comunque ad accattivarsi il suocero, appassionato dell’Italia, facendo arrivare artisti e opere d’arte. Così contribuisce all’avvento di quel Rinascimento che da noi era già quasi al termine, raffinando i costumi francesi. Dalla forchetta al tovagliolo, dalla biancheria intima ai profumi, dalle scarpe con il tacco ai bustier, dalla gastronomia fiorentina e italiana (fra cui la zuppa di cipolle, l’omelette, il gelato e gli antesignani dei macarons) all’artigianato, moltissime sono le migliorie che la Francia deve alla Medici.
Nata a Firenze il 13 aprile 1519 e rimasta orfana dei genitori Madeleine de la Tour d’Auvergne e Lorenzo il Giovane, Caterina ha dovuto affrontare immense difficoltà, dissimulate da apparenze lusinghevoli. Utilizzata come pedina politica sia dal parentado sia dai nemici, rimane segnata dall’infanzia: l’arte della simulazione e dissimulazione, il camaleontismo, la duttilità, l’abitudine a farsi sottovalutare divengono per lei una seconda natura, l’unico modo per sopravvivere e gestire il potere.

LA PROLE
Dopo le nozze, per dieci anni non riesce a dare un erede al marito, quindi diviene una delle regine più prolifiche della storia. Ciò nonostante, la Medici continua a tenersi in disparte, a farsi sottovalutare, a nascondere la propria intelligenza e astuzia politica, persino quando sale sul trono con il marito. Umile, gentile con tutti (anche con l’amante di Enrico, che le sottrae i bambini appena nati per sovrintendere alla loro educazione), attenta a dominare sentimenti ed emozioni, non viene calcolata granché. considerata solo una buona fattrice. Il colpo di scena si consuma il 30 giugno 1559. Enrico II viene ferito a morte durante un torneo indetto per festeggiare la pace di Cateau-Cambresis. Nostradamus, in una criptica terzina, avrebbe vaticinato l’avvenimento. Pur addoloratissima, colei che sarà chiamata la Fiorentina prende in mano le redini del potere. I quattro figli maschi sono ancora giovanissimi: sarà lei a gestire le reggenze, poi a regnare dietro il trono. Sa di essere il loro unico baluardo: l’unità del regno si va lentamente consolidando ma non è definitiva; i facinorosi nobili cercano ogni pretesto per far esplodere la guerra civile; le potenze straniere spiano ogni sua debolezza per invadere il Paese, già dilaniato dai conflitti. 

I SUCCESSI
Caterina si dimostra una sovrana straordinaria. convinta che la religione non debba entrare negli affari di Stato e cerca di trovare un equilibrio fra cattolici e ugonotti: è merito suo se, nei vari editti promulgati, si comincia ad adombrare il pilastro della laicità. Interessata alle novità, segue le scoperte che nel Cinquecento investono ogni campo. Degna figlia dei Medici, rende la corte di Francia un luogo privilegiato di rappresentazione del potere, sull’esempio delle corti italiane. Donna dalla mentalità aperta e avveniristica, intraprende con i figli bambini e la corte un lungo viaggio attraverso la Francia, per rendere tangibile la presenza dello stato e del sovrano. il figlio prediletto, che regnerà come Enrico III, a deluderla crudelmente, dimostrandosi debole e non alla sua altezza. Eppure, Caterina continuerà a lottare sino alla fine – scomparirà il 5 gennaio 1589 – per salvare i Valois e pacificare il regno. Fallirà nello scopo, non per sua responsabilità o inettitudine, bensì per i tempi troppo calamitosi; ponendo comunque le basi per la pacificazione successiva. E, soprattutto, contribuendo a fare della Francia la grande nazione che conosciamo.