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 2021  aprile 06 Martedì calendario

Alessandra Amoroso ha paura del buio. Intervista

A parte la lacrima facile, ma è sempre stato uno sfogo di emozioni e non tristezza, Alessandra Amoroso è una col sorriso stampato in viso. E che sorriso. Quell’espressione di gioia ora Alessandra la mette nel titolo del suo nuovo singolo, «Sorriso grande», che esce giovedì 8. Ma c’è anche una dark side della cantante, che oggi è protagonista del secondo Artista Day, l’iniziativa di Corriere e Radio Italia che sui loro canali omaggiano una star della canzone per 24 ore. Il lato oscuro di Amoroso lo vedremo invece domani quando uscirà «Piuma», gemella di «Sorriso grande».
I due videoclip sono girati nello stesso appartamento. «Piuma» è claustrofobico, vincono colori freddi e bui e lei ha i capelli grigi. In «Sorriso grande» la fotografia è sgargiante e si torna a vivere all’aperto. Il racconto di un anno pandemico?
«Avevo l’esigenza di raccontarmi e raccontare questo periodo. Ho sempre portato avanti entusiasmo ed esplosività, poi l’anno scorso è arrivato quel momento uguale per tutti che ha chiuso la mia energia in un cassetto».
Sembra che il lockdown abbia lasciato il segno...
«Ho avuto paura e con quel sentimento ci ho convissuto da sola in casa con il mio cane Pablo come unico affetto. Ho avuto paura del buio e della solitudine, l’assenza della famiglia e degli amici mi ha spento, l’interruttore delle emozioni era su off».
Userebbe la parola depressione?
«No, ma in quel periodo ho fatto i conti con me stessa e ho preso coraggio. E alla fine quelle emozioni sono diventate amiche, lo stare da sola mi ha aiutata a raccogliere i pensieri e a guardarmi dentro. È stato un percorso interiore che dovevo fare per comprendere la mia persona».
Tutto da sola?
«Mi sono presa per mano e mi sono ascoltata, ma in parallelo ho fatto analisi. Il percorso è partito prima, ma il lockdown mi ha dato consapevolezza».
Cosa ha scoperto?
«Che sono sempre stata il limite di me stessa. Mi davo regole, pensavo sempre che non ce l’avrei fatta, che non meritavo quello che avevo, mi riempivo di autocritiche, mi violentavo psicologicamente. Ho messo un punto e ho voltato pagina. Adesso so chi sono».
Quando è arrivata la svolta?
«Il 5 maggio, quando sono tornata a Lecce. Oltre a ritrovare la famiglia ho fatto un incontro molto importante con la musica. “Karaoke” con i miei fratelloni Boomdabash è stato un’apertura sulla luce, un’esplosione d’amore. Mi sono riacchiappata. E lo step in più è stato “Pezzi di cuore” con Emma».
Torniamo alla paura del buio: sempre avuta?
«Sì, da bambina ho sempre dormito con una sorella. Prima con Francesca, la maggiore, poi quando è cresciuta e ha avuto la sua stanza sono passata con Marianna, la piccola. Ero la fifona di famiglia, mi facevano paura le ombre, avevo sempre la lampadina accesa. Solo adesso ho smesso di accendere la luce se vado in bagno di notte».
Ma Sandrina c’è ancora? Quella con la lacrima facile...
«Sempre. Magari un po’ meno di prima, ma se ne vale la pena piango. Guardo al disco di platino di “Stupida” appeso qui in ufficio, vedo quella faccetta pura, e per la prima volta in 12 anni dalla vittoria ad Amici mi guardo alle spalle e sono orgogliosa. In passato spesso mi chiedevo se mi meritassi il successo, sentivo la responsabilità verso chi dormiva in tenda per venire a un mio concerto, mi sentivo in colpa per il tempo non dedicato alla famiglia... Sono cresciuta con mia nonna che aveva l’idea del sudore fisico e del sacrificio. Mi dicevo “ma io non sudo, quindi...”. Ho capito invece che c’è gente che ha bisogno di me quanto ho bisogno io di loro».
Le due nuove canzoni sono nate in lockdown?
«No, prima e si sono sviluppate nel corso dell’anno. La musica era l’unico sfogo, mi sentivo spesso con Davide Petrella con cui ho scritto e i due produttori Katoo e Dardust. È la prima volta che partecipo così intensamente alla scrittura delle mie canzoni: è un mondo meraviglioso. In passato mi sono raccontata attraverso altri, farlo con la mia penna è meraviglioso. Mi emoziona veder il mio nome assieme a quello degli altri autori».
Ha fatto anche l’attrice per «Morrison» di Federico Zampaglione.
«Federico è un fratello maggiore, lo chiamo bro... Nel film sono me stessa, ma è diverso da quando fai un video: è imbarazzante stare davanti alla telecamera, mi tremava il labbro inferiore».
Domani all’esterno del palazzetto di Roma farà un live con i suoi collaboratori come unico pubblico in presenza. I fan che pre-salvano il suo brano la potranno vedere in streaming. Dopo il suo dialogo con Matilde Gioli a Sanremo prosegue l’impegno per i lavoratori dello spettacolo?
«L’idea per Sanremo era di essere la luce sulle teste di quelle persone che quando sono io sul palco mettono la luce su di me. Non sono solo musicisti e tecnici, ma una famiglia itinerante e alcuni di loro fanno parte della mia vita al di là delle settimane del tour. Ne ho visti tanti che in questi mesi di fermo si sono dovuti reinventare con dei lavoretti e rimettersi in gioco».