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 2021  aprile 06 Martedì calendario

Biografia di Marco Bezzecchi

Due volte su due ai piedi del podio; sempre lì, sulla medesima pista, ogni volta battagliando, ed è per questo che a Marco Bezzecchi il quarto posto inizia a stare stretto, anche perché – al di là dei gran premi del Qatar e di Doha – quella è stata la posizione del romagnolo dello Sky Racing Team VR46 nella classifica generale della Moto2 al termine della scorsa stagione.
Classe 1998, una zazzera riccia che rimanda a Marco Simoncelli e ambizioni da primato, Bezzecchi è la punta di diamante del motociclismo italiano in una classe di mezzo nella quale, in quattro anni, per tre volte il titolo è andato ad un pilota tricolore. Dopo il salto di categoria del campione uscente Bastianini e di Marini, Bezzecchi ha iniziato la stagione alle spalle del duo Lowes-Gardner (rispettivamente primo e secondo nelle due gare di Losail), nulla che non si aspettasse dal momento che i rivali li conosceva già bene: «Per Lowes parla la classifica del 2020 – dice Bezzecchi – perché ha chiuso al terzo posto dietro ai due che hanno fatto il salto in MotoGp, ma oltre a lui gli avversari sono appunto Gardner, Fernandez e metto tre italiani, Di Giannantonio, Manzi e Bulega. Nei miei confronti, sento che le aspettative non mancano. Mi piace così».
Gli piace, del resto le attese le ha costruite in pista con i risultati e fuori con una scelta molto particolare, quella di ritardare il passaggio in MotoGp. Avesse voluto, infatti, Bezzecchi oggi guiderebbe l’Aprilia nella classe superiore. Lo avevano cercato a dicembre, ma ha avuto la meglio la volontà di raggiungere un traguardo concreto. «Fra il salto in MotoGp e la possibilità di vincere un Mondiale, scelgo il titolo tutta la vita. Poi se vinci e vai molto forte, il passaggio è automatico. Ma un pilota deve avere come sogno un titolo e io qui voglio giocarmi fino in fondo le mie carte». Salutato Marini, il suo compagno di squadra ora è Celestino Vietti, debuttante in Moto2 ma anch’egli parte dell’Academy di Rossi che in Italia sta coltivando parte integrante della nuova generazione di piloti, da Franco Morbidelli e Pecco Bagnaia, già iridati in questo contesto nel 2017 e nel 2018 e ormai solidi rider in MotoGp. «Poter far parte del progetto dell’Academy è un onore riservato a pochi e una responsabilità. So di essere un privilegiato; mi alleno con Valentino, il mio idolo di sempre, e qui si cresce a contatto con ragazzi che stanno andando forte anche in altre classi: c’è uno scambio difficile da trovare altrove». Nato a Rimini, Bezzecchi è l’ennesimo prodotto motociclistico di una terra in cui i motori sono cosa serissima. «Sono diventato un motociclista – racconta – perché in Romagna dovunque vai trovi piccoli e grandi circuiti, becchi qualcuno che noleggia minimoto e kart, sei affascinato dalle piste sul mare: è un ambiente che ti porta ad avere questa passione, che poi era la passione dei papà e dei nonni. Se non fossi un pilota sarei infatti un meccanico, come il mio babbo Vito. Vado volentieri in officina con lui. Spataccare con i motori mi è sempre piaciuto».
Lo fa anche adesso, quando può, ma c’è altro prima. Un Mondiale completo dopo il bignamino 2020: «La Dorna ha fatto un gran lavoro per permetterci la vaccinazione, il calendario è tornato ai livelli pre-pandemia e gareggiare fuori dall’Europa rimette in gioco circuiti molto impegnativi. Lo spettacolo ne guadagnerà, ma correre senza pubblico intristisce. Ricordo Misano a settembre quando, parzialmente, il pubblico era tornato: è stato emozionante. Ci siamo sentiti fortunati quel giorno». Perché nemmeno il paddock è un mondo a parte.