Specchio, 4 aprile 2021
Biografia di Yolanda Díaz
Gli unici a non essere sorpresi sono gli operai dei cantieri di Ferrol: «La forza di Yolanda noi l’abbiamo conosciuta da vicino». La Spagna ha una nuova vicepremier con in tasca la tessera del partito comunista. Nelle lotte sindacali della sua Galizia, Yolanda Díaz, ha sempre scelto da che parte stare, eppure negli anni si è fatta apprezzare in mondi assai lontani dal suo, persino tra gli imprenditori tutti ripetono: «È una persona seria». L’attuale ministra del Lavoro è stata promossa dal premier Pedro Sánchez, dopo l’improvviso addio di Pablo Iglesias, leader di Podemos, che si è candidato alle elezioni regionali di Madrid del 4 maggio. Il capo del movimento che ha rotto il bipolarismo spagnolo ha annunciato la mossa con un video, nel quale ha investito il successore: «È nata una nuova leadership. Yolanda può essere la prossima presidente del governo». Per il momento si deve accontentare del posto di vice (condiviso con altre tre donne), visto che l’esecutivo di coalizione è guidato dai socialisti. Il salto si deve anche al gradimento nell’opinione pubblica, il più alto tra i ministri di Podemos, grazie a una gestione equilibrata dei mesi del Covid. Se Pablo Iglesias divide la Spagna, tra chi lo detesta e chi lo venera, Díaz si è costruita un’immagine istituzionale. Ciò nonostante, gli scontri con l’altra vicepresidente, la ministra dell’Economia Nadia Calviño, molto rigorista, sono frequenti. Il clima benevolo intorno a lei è destinato a finire presto, il governo Sánchez è osteggiato con vigore da ampi settori della società e senza l’odiato Iglesias ora toccherà a lei entrare nel mirino. Un assaggio si è avuto la scorsa settimana quando il deputato del Partito Popolare, Diego Movellán, ha detto alla ministra: «Le donne di Podemos scalano le graduatorie solo se si aggrappano alla coda», riferimento alla capigliatura di Pablo Iglesias. Lei senza scomporsi ha chiesto e ottenuto all’onorevole di ritirare il commento maschilista.
Equilibrio e misura non vuol dire neutralità, al contrario. Il rigore, anche ideologico, Yolanda lo ha imparato a casa. Il padre, Suso, è uno storico sindacalista galiziano delle Comisiones Obreras, prima nella clandestinità e poi in democrazia. La figlia ha seguito le orme di Suso, come avvocato del lavoro a Ferrol, la città di Francisco Franco, ma anche di un movimento operaio organizzato. Se la successione al governo è cosa fatta, quella nel partito è più complicata. La ministra, infatti, non è iscritta al partito che dovrebbe guidare. Ingegnerie politiche che troveranno una soluzione. Al porto di Ferrol le vertenze erano ben più complicate.