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 2021  aprile 04 Domenica calendario

Il caso delle decorazioni militari ai civili

egli scorsi giorni il Dipartimento americano della Difesa ha deciso di decorare con due nastrini le Guardie Nazionali che il 6 gennaio del 2021 avevano difeso il Campidoglio degli Stati Uniti da una infuriata folla di dimostranti decisi a impadronirsene. Gli aggressori erano partigiani di Donald Trump e l’atmosfera politica del Paese era bollente. Le presidenziali erano state vinte da Joe Biden, ma Trump contestava il risultato e chiedeva insistente-mente al vicepresidente Mike Pence di rifiutare la proclamazione del risultato. L’intervento della Guardia Nazionale impedì che il Congresso cadesse nelle mani degli uomini di Trump, ma vi furono vittime in ciascuna delle due parti, bombe Molotov, ordigni esplosivi, fenomeni di vandalismo; e per mettere fine agli scontri fu necessario ricorrere alla polizia antisommossa. Non fu una rivoluzione, ma il Paese rimase per ore sull’orlo del precipizio. Commentando l’affare dei nastrini il New York Times del 28 marzo ha pubblicato un articolo di Elliot Ackermann con un titolo eloquente: «Tenete i politici lontani dalle Forze Armate degli Stati Uniti». I nastrini insigniti dal Dipartimento della Difesa hanno suscitato infatti molte perplessità. Sono tradizionalmente decorazioni militari riservate a chi ha preso parte a una campagna bellica. È lecito insignirne i protagonisti di un conflitto civile? È saggio dare alle persone decorate il diritto di ostentare pubblicamente sul bavero di una giacca il proprio orgoglio per una vicenda in cui il nemico era un connazionale? Queste domande sono lecite e confermano che il Paese appare sull’orlo di una guerra civile. Trump non accettava la validità del voto, negava il buon funziona-mento della democrazia del suo Paese, accusava il sistema di essere partigiano, creava le condizioni per la nascita di due partiti pronti a combattersi non solo con argomenti politici. Non accadde allora perché molti consiglieri di Trump, verosimilmente, lo convin-sero a fare un passo indietro e la proclamazione di Biden potè avere luogo secondo le formule previste dal sistema politico americano. Ma l’ex presidente intende presentare nuovamente la sua candidatura alle prossime elezioni e potrà probabil-mente contare sul consenso di una parte considerevole della nazione. Questa guerra civile a bassa intensità ha le sue radici nella elezione di Barack Obama alla Casa Bianca nel 2008. I suoi avversari non hanno potuto impedire che vi restasse per un secondo mandato sino al 2017. Ma l’arrivo di un afro-americano al vertice del Paese e alcune delle leggi approvate durante la sua presidenza ( fra cui una costosa riforma sanitaria, nota al Paese come «Obamacare», e il matrimonio degli omosessuali) non sono piaciute alla borghesia bianca e a molti elettori delusi dal Partito democratico. Vi è nel Paese un rigurgito di razzismo che Trump spera di sfruttare soffiando sul fuoco.